Categorie: Fotografia

Fotografare per sottrazione: ritratti di Cesare Accetta da Al Blu di Prussia, Napoli

di - 19 Marzo 2024

La voce “dramma” deriva dal greco e ha come significato “azione scenica”, infatti la sua origine è riconducibile a un verbo che vuol dire “agire”. Ed è proprio un’azione teatrale quella che ci viene mostrata attraverso le foto di Cesare Accetta. Entrando nello spazio d’accesso alla galleria Al Blu di Prussia, a Napoli, è possibile immergersi in quattro grandi foto estrapolate da un racconto fotografico elaborato dall’autore. La narrazione visiva vede come protagonista la figura mossa di Alessandra D’Elia, collaboratrice storica di Accetta, ed è ambientata a Punta Campanella. Questa prima parte del percorso rappresenta l’esterno, sia nella sua accezione letterale sia in quella metaforica: infatti, i colori vividi, la totale assenza di oscurità e la figura mossa sembrano voler restituire un’azione euforica e vitale. Proseguendo nel “tunnel” invece si cambia registro ed è possibile vedere quindici ritratti di donne, in questo caso rappresentativi di una dimensione interna, nella duplice accezione letterale e spirituale.

Accetta intende conferire al progetto una dimensione teatrale, non solo nella progettazione delle immagini ma anche nella restituzione delle stesse all’interno della “navata” della galleria. Viene così giustificata la quasi totale assenza di luce che illumina direttamente le fotografie, per permettere alle immagini stesse di “parlare” autonomamente e consentire al pubblico di immedesimarsi in esse. Terminati i ritratti, in fondo alla sala, una proiezione presenta dei video-ritratti in slow-motion delle attrici. Non è la prima volta che Accetta utilizza la tecnica del video-ritratto: infatti già nel lavoro 03 – 010, presentato al Museo di Capodimonte, utilizzava un video-trittico che vedeva protagonista ancora una volta Alessandra D’Elia.

Si evidenzia in maniera lampante l’influenza del teatro nel lavoro personale di Accetta. Infatti Drama si ricollega al progetto In luce presentato nel 2016 al Madre di Napoli, dove l’artista presentò 54 video-ritratti che vedevano ancora una volta protagonisti il teatro e la luce. Ma, mentre nel progetto del 2016 i volti e i corpi venivano messi a nudo dalla luce e sembravano emergere da essa, con il nuovo lavoro Accetta effettua un’operazione di sottrazione. È l’oscurità a predominare in questo caso, lasciando sprazzi di luce necessaria a delineare i lineamenti del volto e il sentimento negli occhi delle protagoniste. Si genera così un’aura attorno alle immagini e sembra di poter entrare in connessione con esse.

La predominanza del nero richiama anche la prima mostra dell’artista, intitolata Nero sensibile, del 1985, in cui erano esposte foto di scena scattate durante le esperienze del teatro di ricerca: il soggetto è il teatro ma l’indagine artistica e personale verte sul nero. Emerge così la similitudine, più volte espressa dal fotografo, tra teatro e camera oscura: in entrambi i casi la luce può scrivere ancora tutto, tutto può accadere ma senza l’oscurità non può esservi luce. Il nero-tenebra risulta essere un elemento privilegiato in quanto dimensione ancora tutta da esplorare e misteriosa, spazio non illuminato dove è possibile fantasticare su ciò che può accadere. È significativo evidenziare, però, che i 15 ritratti non sono scattati in bianco e nero: infatti avvicinandosi alle foto è possibile scorgere le impercettibili sfumature cromatiche dei capelli e della pelle delle attrici.

Un altro cardine del lavoro personale di Accetta è l’universo femminile, preponderante anche in questo nuovo progetto. L’artista stesso afferma: «Ho una predilezione formale ed estetica per la donna, l’armonia classica del corpo femminile mi colpisce sempre». Oltre all’assetto formale, ad Accetta interessa l’interpretazione artistica delle donne. Ecco perché generalmente il fotografo si avvale di attrici o danzatrici per realizzare i suoi progetti personali, in quanto, per creare un lavoro autentico, è necessario che vi sia anche un’interpretazione autentica. L’input da seguire per il progetto presentato Al Blu di Prussia è l’esplicitazione di un sentimento drammatico, che spiega ancora una volta il titolo della mostra.

Lo spazio teatrale, il tempo e la luce-buio sono i tre elementi che assurgono a trittico teorico del lavoro di Cesare Accetta. Drama è un progetto fotografico pensato per gli spazi de Al Blu di Prussia, ideato e realizzato in collaborazione con Alessandra D’Elia, coinvolta, come nei lavori precedenti, non solo come attrice ma anche nell’editing e nella regia.

La mostra di Cesare Accetta da Al Blu di Prussia, a Napoli, sarĂ  visitabile fino al 6 aprile 2024.

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