Maria Vittoria Backhaus, Bus, 2000, Milano, 150 cm × 200 cm, pellicola negativa a colori poi digitalizzata, © Maria Vittoria Backhaus. Lo scatto appare anche sulla locandina della mostra
La prima mostra istituzionale in Italia a proporre un excursus della fotografia di moda realizzata dalle donne non è a Milano, capitale del prêt-à-porter. Invece, è al Centro Saint-Bénin di Aosta. Intitolata Sguardi di intesa. La moda fotografata dalle donne e a cura di Angela Madesani, l’esposizione resterà aperta fino al 22 settembre 2024. Il catalogo è di Nomos Edizioni.
Se la fotografia di moda vede spesso le donne posare davanti all’obiettivo nel ruolo di modelle, questa volta le emancipa dal punto di vista maschile e le colloca dietro l’obiettivo, artefici di scatti in cui è la sensibilità femminile a fungere da filtro nel rappresentare corpi, abiti e situazioni. Il fatto che si tratti di moda non preclude mai l’indagine socioculturale: alle valenze estetiche ed espressive si aggiungono quelle antropologiche, storiche, psicologiche. In tal modo, la sperimentazione artistica accompagna lo spaccato di vita e costume.
Il percorso espositivo si articola in cinque sezioni. Si parte con l’opera di Tina Modotti, che ritrae il fiero lavoro di sarte, tessitrici e operaie. Seguono altre immagini della condizione femminile negli anni Sessanta e Settanta, realizzate con intenti di denuncia e impegno politico da Liliana Barchiesi, Gabriella Mercadini, Livia Sismondi, Elsa Robiola e Lori Sammartino.
La seconda sezione, invece, è dedicata alle pioniere della fotografia di moda, come Louise Dahl-Wolfe, storica firma di Harper’s Bazaar, Lillian Bassman e il suo etereo bianco e nero quasi pittorico, per non parlare della modernissima e poliedrica Lee Miller, che non fu solo modella e musa di Man Ray ma anche autrice di migliaia di scatti per Vogue, nonché esponente dei circoli culturali più influenti del Novecento, scrittrice e perfino reporter di guerra. Fu proprio lei ad affermare: «Mi sembra che le donne abbiano maggiori possibilità di successo nella fotografia rispetto agli uomini. Le donne sono più veloci e più adattabili. E penso che abbiano un intuito che le aiuta a comprendere le personalità più rapidamente».
Una terza tranche della mostra espone l’opera delle fotografe che si sono occupate di moda dagli anni Sessanta a oggi, fra cui Alice Springs, moglie del celebre Helmut Newton, Elisabetta Catalano e Maria Vittoria Backhaus.
La quarta sezione celebra le immagini sensuali, provocatorie e a tratti ironiche delle autrici temporalmente più vicine a noi, come la pluripremiata Ellen von Unwerth, con il suo sofisticato erotismo al femminile, insieme a Julia Hetta, Lucia Giacani, Maripol, Ilaria Orsini e Brigitte Niedermair, che ha firmato anche alcune campagne per Dior. Infine, un’ultima sezione è riservata alle artiste che hanno stabilito un forte legame con la moda, come Florence Henri, Irina Ionesco, Vanessa Beecroft e Viviane Sassen, di recente protagonista di una grande retrospettiva a Parigi.
Caparbie, rivoluzionarie, più o meno famose, ma sempre carismatiche e glamour, le fotografe di moda hanno sfidato i pregiudizi e scardinato lo status quo che per decenni aveva visto i loro colleghi dominare la scena della fashion photography. Così, hanno trasformato i limiti imposti dalle convenzioni in punti di forza.
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