L’arte pubblica è un antidoto contro l’esclusività dell’arte contemporanea. Arriva in modo immediato alle persone, plasma le comunità sopperendo alle barriere sociali, di genere ed economiche. Come una ventata di aria nuova avvicina alle popolazioni lontane, formando una coscienza collettiva nei confronti dei problemi globali da risolvere. Né è un esempio virtuoso a New York The END Fund, con l’installazione Reframing Neglect, in corso fino a novembre 2023, realizzata dalla direttrice creativa, nota fotografa ed artista, Aïda Muluneh in collaborazione con il programma artistico del Dipartimento dei trasporti di New York.
The END Fund è un’iniziativa filantropica privata fondata nel 2012, per porre fine alle più diffuse malattie tropicali trascurate (NTD). Il fondo struttura solide partnership con il settore privato, i partner governativi e i partner di attuazione locale per sostenere in modo collaborativo i programmi nazionali sulle malattie. Questo progetto curatoriale, celebra i dieci anni di attività del fondo con una serie di diciotto foto stampate in grande formato per essere esposte all’esterno dell’Art Display Case Exhibits in Water Street e al Governor Lane. Sono realizzate da autori provenienti da paesi africani colpiti dalle malattie tropicali neglette che mietono danni tra le popolazioni più povere e vulnerabili: l’Etiopia, la Somalia, il Kenya, il Mali, la Nigeria e il Sudan. Reframing Neglect include le fotografie di Messeret Argaw (Etiopia, 1989), Mustafa Saeed (Somalia, nel 1986), Sarah Wasiwa (Uganda, 1980), John Kalapo (Mali, 1983), Omoregie Osakpolor (Nigeria, 1990) e Ala Kheir (Sudan, 1985).
In questa narrazione Muluneh incorpora nei suoi lavori una narrativa a più strati che si fonde fluida ed eterea in ogni immagine per creare una potente interpretazione degli impatti del NTD sull’equità di genere, sulla salute mentale, sulla mobilità e sull’accesso alle risorse. Utilizza colori vivaci e si rifà alla tradizione del proprio paese per smantellare la scontata interpretazione visiva di un’Africa desolata e impoverita. Nella sua ultima serie in mostra, intitolata The Crimson Echo (2021), l’artista utilizza motivi di insetti (The Barriers Within) e parti del corpo astratte (I Sail on The Memories of My Dreams), che prestano un’attenzione specifica ai vettori della malattia e alle manifestazioni fisiche che sono spesso trascurate. Colpisce lo sguardo Mustafa Saeed, fotografo documentarista ed artista visivo somalo, che si concentra sulla dissezione del tumulto emotivo che i vermi intestinali hanno sulle persone colpite. Attraverso corde e indumenti colorati, Saeed trasmette l’abbandono e la sensazione di prigionia da una malattia che potrebbe essere facilmente curata e debellata.
La fotografa Meseret Argaw esplora l’impatto sociale ed economico che le malattie hanno sulla salute mentale delle donne che vivono nelle comunità rurali in Etiopia. Realizza foto concettuali e raffinate nelle quali illustra come le NTD costringano le donne a cicli estenuanti di povertà. La fotografia è entrata nella sua vita come un dono, permettendole di raccontare storie dai tratti ammalianti e misteriose. Ritenendo che un’immagine sia autentica, se questa ritrae la realtà di un popolo senza l’intento di alterarla per adattarla a una particolare conoscenza di quel luogo. Reframing Neglect funge da testimonianza di una narrazione di grande impatto e parla dell’urgenza con cui dobbiamo agire collettivamente per affrontare il peso di queste malattie trascurate e racconta storie di comunità, mai state così vicine perché come ci ricorda il poeta Khalil Gibran: <<donerete ben poco se donerete i vostri beni. È quando fate dono di voi stessi che donate veramente>>.
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