Non si tratta propriamente di fotografia commerciale, anche se la patina è quella dello still life pubblicitario e lo scopo è quello di riscuotere quel tipo di consenso.
In questa personale Guido Cecere (Bari,1947) presenta una ventina di tavole; una selezione (davvero sintetica) di un’ampia ricerca che può essere apprezzata sia per le qualità estetiche di queste immagini, morbide e nitide allo stesso tempo, sia per la fitta classificazione in famiglie degli oggetti che vi si trovano rappresentati, che ne accomuna il senso.
Cecere -di cui andrebbe stilato anche il lungo curriculum accademico di fotografo e collaboratore culturale ed editoriale- ogni anno raduna davanti all’obiettivo alcune piccole collezioni. Foto per foto, accomuna oggetti ora per colore, ora per genere o stagione. Scopre dei piccoli mondi animati da cose che ordina e raffigura.
Un lavoro certosino che certamente richiede molto tempo nella ricerca dei singoli oggetti ma, soprattutto, una grande attenzione e sensibilità nell’accostarli in una sola inquadratura senza che, visivamente, urtino l’uno con l’altro, come si trattasse di un grande puzzle.
È un’opera in cui la ricerca di armonia formale e cromatica è necessaria, perché il suo scopo è quello di richiamare una favola. E ci riesce per il suo senso grafico, per una specie di elegante felicità che i colori suggeriscono.
Così, in una fotografia, attorno a una stella di mais e peperoni si dispongono in cerchio olive e bastoncini di sedani. E in un’altra, come se fossero appena state riposte da chi li ha usate, inspiegabilmente rinate per la posa, si possono trovare le Lamette Bartali con, a fianco, un pupazzo Kinder, una pannocchia, un calamaio, le Pasticche del Re Sole e una pistola ad acqua vicino ad un ventaglio. Cose che, apparentemente, non hanno nulla a che fare tra loro, così come quelle che si potrebbero trovare in un mercatino delle pulci. Modernariato e contemporaneità uniti in una specie di texture accomunata, oltre che dalla raffinata tecnica di questo autore, anche dalla sua capacità di fare immaginare una quotidianità felice e l’uomo che la abita, ma senza mostrarlo.
giulio aricò
mostra vista il 2 aprile 2004
Fino al 24 novembre le Procuratie Vecchie di Piazza San Marco accolgono la più importante esposizione di Robert Indiana ospitata…
Alex Da Corte torna a Milano con una nuova irriverente rassegna di opere, tra dipinti, sculture e installazioni. È la…
A quasi un mese dalla morte di Massimo Uberti, il fondatore di Casa Sponge Giovanni Gaggia lo omaggia con un…
Fino al primo giugno, Ersilia. Praticare l’altrove è il racconto corale al MACTE Termoli che reinterpreta la città tra folklore,…
Il sodalizio con l’Esposizione Internazionale d’Arte si riconferma anche in occasione della 60. edizione arricchendosi di una illy Art Collection…
Lino Musella lega tre brevi pièce del grande drammaturgo Harold Pinter sul filo della potenza della parola, tra questioni razziali…