Dopo corpo/moda/mente, il Gruppo78 propone quest’anno una rassegna centrata sul meraviglioso, sull’eccesso, sullo stupore di fronte ai contrasti dell’esistenza. Ma anche sui necessari bilanciamenti di composizioni ossimoriche, capaci di tacitare la natura fattuale e stimolare l’inesauribile affabulazione della mente creatrice. Ecco allora Wonderful, dispiegamento di controsensi, slancio verso i limiti sottili in cui l’arte s’insinua, verso altre dimensioni.
Il lacerato voile innestato di speculari ossa di piume bianche (Sans titre, 2005) di Carole Solvay, ospitato nella Serra di Villa Revoltella, è una manifestazione del sublime trasceso dallo strappo: il bello sfregiato repentinamente da un corpo d’artiglio. Mentre Lucia Flego sembra quasi voler negare la durevolezza dell’esperienza della bellezza con lo straordinario Ossi di seppia anzi di calamaro (2006). L’abito che realizza è una forma di calamari trattati, collanti, perline e plexiglas, che si rivela capace di sublimare la sua materialità per diventare idea pura, in grado di rubare la luce dallo spazio circostante, mutandosi essa stessa in luce impalpabile.
Gli abiti di Giuliana Balbi Voices’s dress, size M e Scent’s dress, size M (2006) si perdono nell’originale tessitura composta da listarelle di fotografie intrecciate; sagome umane percorse dai flussi di movimento, generati non solo
Riuscite le opere di Amparo Sard, sia il video Dubando del momento perfecto (2005), uno degli esiti più interessanti e alti dell’esposizione, che Senza titolo (2006), quattro opere di carta perforata in cui le immagini si ricompongono sulla superficie bucherellata della carta lattea attraverso i chiaroscuri dei fori e delle ombre in rilievo. Le immagini raccontano di figure umane vestite e immerse nell’acqua, le cui sagome si gonfiano e si dilatano, mentre elementi e gesti surreali investono ogni foglio di un’atmosfera ambigua. Ambiguità che trova il proprio apice in H2O (2000) di Robert Gligorov. Una teca trasparente piena d’acqua e pesci rossi veste, inglobandola, una teca trasparente occupata da canarini. Protagonisti inconsapevoli di una performance postmoderna.
emanuela pezzetta
mostra visitata il 10 giugno 2006
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