Quello di Guidi&Schoen a Genova è uno spazio avvolgente in cui la struttura offre ottimi spunti per la creazione di un’atmosfera delineata da un design raffinato. In questo contesto si evidenzia il perfetto inserimento delle tele di grandi dimensioni presentate da Corrado Zeni, lavori caratterizzati dalla scelta dell’artista di negare ai propri soggetti una collocazione banale. Si tratta di Crossing, titolo e contenuto dell’evento. Gli incroci in questione si materializzano in immagini di giovani uomini e donne ora perfettamente delineate, ora sapientemente sfocate. Figure che, in un gioco di specchi, potrebbero diventare sagome a misura d’uomo, ritagliate e posizionate contro schermi di luce, inquadrature sovraesposte che delineano magicamente la compattezza di corpi in movimento. Il mezzo-pittura sembra faticare a trattenere fermi sulla superficie dell’opera i personaggi, fotografati casualmente dall’artista. Lo sfondo dei dipinti è sempre assolutamente bianco e la luce di questa unica campitura abbagliante si riflette sull’incarnato dei soggetti, trasformandoli in entità isolate, come freddi automi incapaci di stabilire relazioni. Eppure i legami sono alla base della poetica dell’artista, che nella sua ricerca indaga i passaggi logici ed emozionali che scattano nell’incontro casuale e nelle dinamiche relazionali più complesse.
Il curatore della mostra, Luca Beatrice, nell’inserire Corrado Zeni “in una linea di tendenza attuale e propositiva”, e definendolo “un pittore contemporaneo, di gusto europeo”, non si limita a considerarne l’estetica formale, ma evidenzia la sua capacità di osservazione e la volontà di elevare la pittura a “forma di relazione in grado di stabilire, al pari di altri linguaggi contemporanei, connessioni e sistemi”.
Il cavalcavia sfonda lo spazio e crea le direttrici verso un contesto urbano che, se è pur vero che l’artista non ha interesse a rappresentare, diventa protagonista degli attraversamenti e luogo degli incontri. Torna alla memoria una foto scattata dal direttore del Bauhaus Walter Gropius, (sostenitore dell’interazione delle arti verso un’unità suprema) nel 1928. L’immagine è del ponte di Brooklyn, maestoso e all’avanguardia, simbolo della modernità e delle relazioni urbane; lo skyline della città è appena visibile, come nei quadri della serie Crossing, sullo sfondo totalmente bianco.
articoli correlati
Corrado Zeni in mostra a Trento
Un’altra personale da Guidi&Schoen
Corrado Zeni – Sospesi
barbara reale
mostra visitata l’8 dicembre 2006
La nascita della Sonnabend Collection Mantova, dentro il restaurato Palazzo della Ragione — inaugurata il 29 novembre 2025 con 94…
Alcuni dei suoi edifici sono i più importanti al mondo: Frank Gehry, colui che ha praticato l'architettura, o forse più…
La Società delle Api nomina Luca Lo Pinto come direttore artistico: la Fondazione creata da Silvia Fiorucci sposta a Roma…
Fino al 22 marzo 2026, la Fondazione Luigi Rovati celebra i Giochi Olimpici con una mostra che unisce storia, arte…
È morto Giovanni Campus: se ne va un protagonista rigoroso e appartato dell’arte italiana del secondo Novecento, tra gli innovatori…
La pollera, da indumento retaggio di subordinazione femminile nell'America Latina a simbolo di emancipazione internazionale: la storia del collettivo ImillaSkate,…
Visualizza commenti
.....mmamia che robbbba!!!!!
Brrrrr..........
Adirittura scomodare Gropius...