Ripetizione e variazione sono i poli tra i quali si muove la serie di opere di Paolo Angelosanto (Saint Denis, 1973; vive a Roma) in mostra alla galleria Rebecca Container di Genova. Alla base c’è il tricolore nostrano, a metà tra paccottiglia nazional-popolare e rigore ufficiale, banalità elevata al massimo grado dalla pittura -come nel caso delle Tre bandiere (1958) di Jasper Johns – reso qui in larghe e uniformi campiture di colore. Su ognuna si inseriscono, ripresa puntuale da una foto di qualche anno fa dello stesso Angelosanto, due mani, poste alle estremità orizzontali di ogni campo di colore, che tengono due fiori probabilmente di plastica legati tra loro da fil di ferro. Elemento, dicevamo, già presente in una foto in cui Angelosanto ritrae se stesso nelle vesti di Cristo, tenendo tra le mani fiori di plastica e fil di ferro, come una corona di spine da centro commerciale.
L’artista aveva già esposto alla Rebecca Container nel maggio dello scorso anno, presentando nella mostra Me quiere mucho poquito nada un video in cui uomini e donne cantano m’ama non m’ama sfogliando fiori. Fiori veri però, che non assumono, come in questo caso, un significato ironico, di inutile e goffo tentativo di naturalità sullo sfondo muto e inespressivo del bianco rosso e verde.
Che, nella prima saletta della galleria, appare scomposto e riassemblato per tre volte in modo diverso. Prima verticalmente, con tre acrilici di formato quadrato.
Poi orizzontalmente, con tre stampe da digitale di formato rettangolare, più grandi delle precedenti. E infine con un grande pannello unico, di nuovo una stampa digitale, in cui i tre colori sono accostati l’uno all’altro, senza soluzione di continuità. Allo stesso modo delle mani, che nel passaggio tra un campo di colore e l’altro sembrano sgorgare l’una dall’altra, con un effetto che ricorda da una parte i disegni di Escher e dall’altra le macchie di Roscharch.
Completano la mostra altri tre acrilici di formato quadrato disposti verticalmente, identici ai primi se non nei colori, che stavolta sono giallo rosso e blu: a sottintendere forse la convenzionalità di quelli della bandiera.
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Il sito di Paolo Angelosanto
donata panizza
mostra visitata il 19 dicembre 2006
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