Nella primavera 2003, durante la Fluxus constellation che travolse Genova con un’ondata vivacissima di eventi dedicati a una delle correnti più innovative e composite del secolo scorso, Philip Corner era all’Archivio Caterina Gualco insieme ad Alison Knowles, per festeggiare insieme il loro compleanno. Una tradizione inaugurata dai due artisti dieci anni prima, con una festa per i sessant’anni di entrambi. Due anni dopo Corner torna all’Archivio Gualco con una mostra che, ancora una volta, evoca l’idea dell’anniversario, il passare del tempo ciclico come strumento e misura dell’azione creativa.
La mostra propone una serie completa di opere realizzate tra il gennaio 2004 e il gennaio 2005. Da gennaio a gennaio, un anno esatto in ottantaquattro opere. Una mostra-diario, come un’unica grande performance nel tempo, che ancora una volta sottolinea il legame tra Corner e la musica. E il cibo. Ogni lavoro è esplicitamente ispirato ad una composizione musicale che contiene in sé una relazione simbolica o tematica con il cibo.
Musica di tutti i generi, di tutti i tempi, di tutti i tipi: sinfonica, lirica, musical e musica popolare americana, autori eccelsi e minori, brani più o meno noti. Dalla celebre Tafelmusik (Musica da tavola) di Teleman a brani dedicati a banchetti in epoca Rinascimentale e Barocca, dalle canzoni da taverna di Purcell, alle Sinfonie per la cena del Re di Lalande. Brani dalle opere (Don Giovanni, L’elisir d’amore, Tristano e Isotta, Parsifal e Mahagonny) e dai musical Gipsy e Carousel.
In perfetto stile fluxus, Corner gioca con il tempo e i simboli. E ci propone un flusso di pasti e di emozioni.
I fogli di carta da musica usati come tovagliette portano i segni particolari di ogni pasto: trasfigurate dagli interventi dell’artista macchie e residui di cibo, vasellame, posate e utensili sono tracce efficaci e disorientanti -per la loro quotidiana, comune matericità e insieme per il nuovo ruolo di pagine di diario, l’identità imprestata di epifanie- del passare dei giorni e dei gusti.
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