Il Museo della Ceramica “M. Trucco” ospita spesso iniziative interessanti, dedicate ai maestri storici ma anche all’arte più giovane e sperimentale. Ne è un piacevole esempio la mostra Filigrane, che vede uniti validi artisti contemporanei intorno ad un tema curioso e versatile.
Il curatore della mostra, Giorgio Bonomi, ha scelto opere di artisti noti come Dadamaino, Piero Dorazio, Giorgio Griffa, Riccardo Guarneri, Luigi Mainolfi, Nanni Menetti, Mario Nigro, Angelo Savelli e Giuseppe Uncini. Tutti i lavori sono accomunati dal tema di partenza,
Da questo duplice significato, nasce un’interessante varietà di elaborazioni concettuali, come lo stesso valore intrinseco del manufatto artistico: scrive infatti Bonomi che “dato che la filigrana dà alla carta un valore aggiunto, rendendola preziosa se la carta è di uso individuale e ponendosi addirittura come fondamento di autenticità se si tratta di cartamoneta o di francobolli, potremmo intendere quel ‘sotto’ e quel ‘dietro’ come vero e proprio fondamento dell’oggetto artistico.”
La rassegna fa convivere felicemente lavori di artisti diversi per età, scelte stilistiche e tecniche.
Oltre agli artisti storici, spiccano tra i giovani le aree sculture in marmo di Margherita Serra, gli intrecci di fili d’erba di Christiane Löhr, i ‘ricami concettuali’ di Ketty Tagliatti e di Clara Luiselli. Interessanti anche le tele monocrome di Luigi Carboni, le variazioni sul tatuaggio di Giovanna Torresin, i disegni trasparenti di Rosetta Berardi, le carte forate di Pinuccia Bernardoni.
Un panorama eterogeneo, ispirato da un tema indovinato. Come riassume Bonomi, “la filigrana, come l’arte, può essere assunta come metafora della vita, nei suoi aspetti fondati e fondanti, in quelli forti e fragili, in quelli ironici e seri, in quelli piacevoli e drammatici, in quelli costanti e in quelli effimeri.”
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