Categorie: Giro del mondo

Magritte & friends

di - 13 Ottobre 2017
È costruita sul rapporto con un altro mitico artista belga, Marcel Broodthaers, la mostra che si apre oggi al Musée Royaux de Beaux Art de Belgique di Brussels, dedicata al grande surralista René Magritte. Un tributo generoso da parte del suo Paese, nel cinquantesimo anno dalla scomparsa. “Magritte, Broodthaers and contemporary art” racconta così di come il pittore con la bombetta e la cravatta abbia influenzato intere generazioni. È infatti un dialogo aperto di corrispondenze la mostra, che tiene ben salto l’universale tema della rappresentazione dell’arte e del suo linguaggio, messo in crisi nel Novecento dapprima con Duchamp e poi, appunto, con quelle che maldestramente, spesso vengono confuse come “ironie” del pittore belga.
E così, mentre la collezione permanente del museo Magritte ai piani superiori resta invariata, al – 1 del Musée Royaux vanno in scena dialoghi aperti con Ed Rusha piuttosto che con Barbara Kruger, con On Kawara o Robert Rauschenberg fino a Robert Gober e Arman. A parlare, ieri, c’è stata anche Maria Gilissen Broodthaers, vedova dell’artista e Presidente della Fondazione, che ha ricordo come per il suo Marcel l’inizio del percorso artistico iniziò con la celeberrima pipa magrittiana, anzi, con «la famosa non-pipa», e ricorda come la qualità dell’esposizione sia altissima, e di non facile approccio, sia per quanto ne è riguardato la costruzione, sia per quello che sarà la presentazione al pubblico.
Per Philippe Dewolf, il curatore, si tratta invece di aprire un universo non solo artistico, ma anche letterario: con la realtà spettrale di Edgar Allan Poe, con il Proust de Alla ricerca del tempo perduto, fino ad arrivare all’Au-Delà, dipinto che chiude la mostra e che, in rapporto alle sbarre della prigione di Gober riapre un pensiero, l’ennesimo: che tutto, nella pittura e nella vita, sia una metarappresentazione variabile. In base alla prospettiva con cui si sceglie di guardare. Evviva Magritte. (MB)

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