Categorie: Giro del mondo

Premio rosa per la Germania

di - 16 Ottobre 2017
Il museo per l’arte contemporanea Hamburger Bahnhof conferirà il 20 ottobre per la nona volta il “Premio della Galleria Nazionale”. La giuria internazionale composta da curatori, direttori di musei e dall’associazione “Amici della Galleria Nazionale” nomina ogni due anni quattro artisti sotto i quarant’anni. Il premio consiste in una mostra personale nell’Hamburger Bahnhof e una pubblicazione nell’anno successivo.
Per la prima volta nella storia del premio, che viene assegnato dal 2000, sono state nominate solo donne. Considerato l’esito delle recenti elezioni e l’ingresso del partito di destra nel parlamento tedesco, è interessante notare che tutte e quattro le finaliste non siano tedesche. Al piano superiore la mostra inizia con un video introduttivo in cui le nominate Sol Calero (1982) di Caracas, Agnieszka Polska (1985) di Lublino, Iman Issa (1979) dal Cairo e Jumana Mana (1987) da Princeton presentano la loro ricerca artistica.
Secondo la sua stessa affermazione, Sol Calero si occupa dell’identità latina che viene “divorata” dallo stereotipo. Tuttavia la sua colorata e interattiva installazione Amazon Shopping Center che si estende a tutta la sala, non apre davvero nuove prospettive sull’America del Sud. Calero invita a sedersi sulle sedie di saloni da parrucchiere, internet café, banchi scolastici o ad avviarsi in un ufficio di cambio. Piante esotiche si abbarbicano per la stanza, si sente dappertutto una melodrammatica telenovela proveniente dal cinema accanto e ogni tanto vengono offerti corsi di salsa.
In assoluto contrasto con quest’opera, ci sono le due sale asettiche dedicate ai lavori video di Agnieszka Polska, realizzati con fotografie e disegni animati. Il visitatore entra in queste sale buie, in cui ci sono tappeti bianchi per sedersi, come su una nuvola, formando un’isola luminosa nello spazio. Sulla parete di fronte è proiettato un video che si riflette su un vetro installato sul soffitto. Nelle due stanze che hanno la stessa struttura parlano allo spettatore in alternanza il sole e la terra con bocche di dimensioni enormi, interrotte da proiezioni flash di cerotti, cicche di sigaretta e altri oggetti di uso quotidiano. Polska segnala il collasso etico ed ecologico che si prospetta in assenza di un comportamento responsabile.
Attraverso uno stretto ponte di collegamento dell’ex stazione ferroviaria lo spettatore raggiunge alla seconda metà della mostra, in cui sono esposte le opere delle artiste arabe Iman Issa e Jumana Manas.
In due luminose e sobrie stanze bianche Iman Issa ha collocato le sue Heritage Studies, sculture che traggono ispirazione da oggetti artistici e beni culturali prevalentemente antichi. Nella loro forma e materialità queste “copie” non hanno nulla in comune con la loro origine. L’artista si occupa dal 2011 della rilevanza storica che questi artefatti e prodotti della storia hanno per il futuro. Le informazioni sulla parete non danno alcun chiarimento sulla funzione effettiva degli oggetti, non è necessario, essi esistono per se stessi nel loro dinamismo, precisione o monumentalità.
Musica e voci straniere attraggono verso la stanza di Jumana Mana separata soltanto da una tenda bianca. Qui l’artista palestinese di Gerusalemme ha collocato frammenti sovradimensionati di sculture e una sedia di plastica su ponteggi. Al visitatore è possibile sedersi su questa struttura allestita con cuscini e guardare il film A Magical Substance Flows Into Me della durata di un’ora. Nel video l’artista invita persone del suo cerchio culturale a suonare strumenti musicali caduti nell’oblio. Jumana Mana segue l’approccio del musicologo Robert Lachmann, secondo il quale musica e strumenti antichi sono da tutelare come bene culturale. Tra queste riprese s’interpongono anche impressioni visive della famiglia di Manas.
Le artiste affrontano grandi temi politici: pregiudizi, inquinamento ambientale, perdita del ruolo dei beni culturali. Ciò che li unisce è la ricerca di ciò che rimane. (Suzan Kizilirmak)
In alto e in homepage: Jumana Manna, Sol Calero, Iman Issa, Agnieszka Polska (f. l. t. r.) Foto: David von Becker

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