Categorie: in fumo

in fumo_mercato | Spiderman e il deposito di Zio Paperone

di - 9 Dicembre 2009
La Walt Disney Entertainment acquista
Marvel e apre una nuova frontiera nel rapporto corporate-mondo del fumetto. Un
passo importante per la società di Burbank che, messa da parte la crisi,
ingloba una delle ditte storiche e più in auge nell’ultima decade con un’offerta
di tutto rispetto: quattro miliardi di dollari. Tanto vale la Casa delle Idee,
fondata nel lontano 1939 da Martin Goodman nella Grande Mela, e responsabile,
assieme alla sua storica rivale, la DC Comics, del concetto universale di Super
Eroe.
Un brand forte quello della Marvel, da
tempo uscito dalla “nicchia” del mondo comics e insediatosi nell’immaginario
collettivo grazie anche al grosso investimento in termini di pellicole da parte
della collina dorata di Hollywood.
Prodotti come la trilogia di Spider-Man e
degli X-Men (con un Wolverine-Hugh Jackman di prepotenza
nelle case di milioni di utenti a digiuno del Comics’ System) e il volume di
affari prodotto dal merchandising, sono stati forse i “ganci” che hanno
completato il quadro, già reso prezioso dalla sterminata produzione
fumettistica, portando la casa natale di Mickey Mouse e Donald Duck a muovere
questo acquisto storico.
Un acquisto che può dare adito ad un
lista infinita di congetture e ipotesi sul perché di una così magniloquente
mossa di mercato. La Walt Disney potrebbe puntare sulla Marvel per ottenere un
duplice scopo: raggiungere e guadagnare spazi presso un pubblico di
lettori/fruitori mai sfiorato con la propria produzione e dare nuovo smalto ai
propri prodotti all’interno della suddetta fascia di utenti.

La Casa delle Idee vanta infatti, al
pari della sua avversaria DC Comics, un pubblico di appassionati e fedelissimi,
un vero e proprio pianeta di fans pronto a seguire fino in fondo le gesta dei
suoi beniamini. E se il merchandising legato al marchio di NYC (dalle t-shirt
ai film passando per le action figure) è una fetta di mercato importante, non
bisogna dimenticare il “parco” dei Super Eroi che appaiono su carta. Sono
infatti oltre cinquemila i personaggi che compongono l’universo Marvel: un
universo sterminato di storie e volti, tra cui i Fantastici Quattro, Iron Man,
Hulk, i sopracitati Spider-Man e X-Men, assieme all’enorme batteria di autori
responsabili della loro realizzazione.
Sarà infatti interessante vedere come la
Disney affronterà la capacità continua della Marvel di ampliare i suoi
orizzonti a livello di personaggi e testate, capacità che potrebbe modificare
la politica editoriale della ditta di Burbank che da sempre si caratterizza per
l’uso di un pool di personaggi “storici”. Un passo importante in quanto la
gestione di un grande numero di uscite potrebbe obbligare a delle scelte per
valorizzare o meno determinate figure, più spendibili presso un pubblico a
digiuno di Super Eroi (uno Spider-Man potrebbe tranquillamente coprire anche il
timido spicchio di fama di Moon Knight).

Assieme a questo procedimento, si
potrebbe anche indagare su quanto l’appeal Disney influenzerà
il prodotto Marvel: un prodotto che spazia nelle tematiche e nei generi non
disdegnando anche narrative “forti” e visivamente esplosive come nel caso di The
Punisher
che, riportato in auge dallo sceneggiatore nord irlandese
Garth Ennis, deve gran parte del suo successo anche a uno storytelling crudo
sapientemente mischiato con critiche dure alla società contemporanea, humour
nero e abbondante violenza.
Un esempio tra i tanti, che pone il
dubbio su come la multinazionale di Burbank possa affrontare e “variare” lo
stile, immaginando, in un futuro prossimo, la vendita di un Punisher accanto ad
un peluche di Topolino sui banchi dei vari Disney Store sparsi per il globo.
Ed è forse nella capacità di
distribuzione del colosso il vero punto di svolta dell’intera questione:
divenendo parte dell’industria disneyana, la Marvel può contare ora su una
diffusione estremamente maggiore con relativo allargamento del pubblico. Un
passo che probabilmente fa rabbrividire gli ormai ex avversari della DC Comics,
lasciati ad un livello leggermente più basso a seguito dell’affaire Disney.

Nonostante gli sbarchi cinematografici di
alto livello (dai Superman del compianto Christopher Reeves varie e
sorprendenti incarnazioni di Batman curate dal “nero” Tim Burton e dal
visionario Chris Nolan), il merchandising e la potenza delle proprie testate
editoriali e sottomarchi, tra cui si annoverano la popolarissima Vertigo, la DC Comics può
solo pensare a come riguadagnare terreno in termini di visibilità e
distribuzione in una “battaglia” dove un colosso planetario ha preso con sé una
branca specialistica per regalarla ad un mondo che forse la ignorava.
Spider-Man non scalerà i depositi di Paperone ma, forse, Superman potrebbe
cedere il passo agli eroi Marvel-Disney nel nostro immaginario.


matteo benedetti

la rubrica in
fumo
è diretta da gianluca testa



*articolo pubblicato su Exibart.onpaper
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