Categorie: lavagna

MARGINALIA #4

di - 14 Aprile 2016
“Disse Cagnazzo ad un topo, visto né prima né dopo, “Vieni con me in tribunale e io ti querelerò. O che bel dì del giudizio voglio levarmi ‘sto sfizio, una giornata ideale, stavo annoiandomi un po’”. Rispose il topo al bastardo: “Mister, con tutto il riguardo, senza giurati né giudici chi voterà la mia sorte?” “Giurisprudenza è il mio pane” dice quella volpe di un cane “Fidati, in quattro e quattr’undici emetto un verdetto di morte”.
Zigzagando per la pagina, la storia assume l’aspetto di una spirale che si arresta alla quinta curva. Alice è distratta perché immagina il racconto a forma della coda del topo che lo stava raccontando (tale/tail in inglese). Certo che siamo nel Paese delle Meraviglie, e dove altrimenti?! E il Topo è quell’infingardo animale a cui Alice chiede il perché odi i gatti. I gatti, in effetti, dei topi van matti, oppure i matti van a gatti?! Si perdoni il poco senso, ma quando si parla di Alice, di gatti e di topi, di senso proprio non ce n’è.
Ma mettiamo da parte Alice e concentriamoci sul topo, roditore imperituro, incubo pestilenziale, veloce, fuggitivo, insinuante essere il cui olfatto dovrebbe essere tra i migliori, ma la vista proprio no. Solo fiutando gli olezzi del mondo, arriva laddove il nuovo germoglia mentre perisce il vecchio, quand’anche si trattasse di arrivare fin in Asia. Ed infatti, è su un quotidiano della Corea che nel 2014 viene pubblicato il manifesto di E IL TOPO, il cui primo punto suona così: E IL TOPO, come ciechi, cerca l’eco dell’urlo che ha sollevato il mondo. Ma di cosa stiamo parlando? Non siamo matti come Alice che guarda i gatti, ma meglio mettere un po’ di ordine…

E IL TOPO è una rivista che nasce nel 1992 da un’idea di Gabriele di Matteo, Piero Gatto, Franco Silvestro e Vedovamazzei. Pubblicati 11 numeri e raccolti contributi di artisti come Arienti, Art Club 2000, Bartolini, Beecroft, Cattelan, Dion, Gonzales Foerster e Toderi, chiude i battenti nel 1996. Esperienza editoriale d’avanguardia per l’Italia, E IL TOPO ha accolto nelle sue pagine “progetti inediti, proposti secondo un’insolita strategia editoriale fondata principalmente sul potere insito nella discontinuità di senso, nonché sul gioco, l’ironia e sul détournement“. Così mi spiegano dalla redazione odierna. E si… perché dal 2011 E IL TOPO è ritornato in vita grazie a Francesco Fossati che nel 2010 riprende la rivista laddove si era interrotta e, di sua iniziativa, presenta un fittizio N°11 come tesi di laurea all’Accademia di Belle Arti di Brera. Da qui l’innesco del domino che porta alla rinascita e all’incontro di due generazioni di artisti: la storica redazione apre ai nuovi arrivati, e con Fossati ci sono Luca Pozzi, Mattia Barbieri, Monica Mazzone e Francesco Locatelli. Del resto la “E” del titolo significa proprio l’atto di congiunzione e coinvolgimento in un’esperienza agita “con qualcuno” fin dall’inizio.
Ma E IL TOPO non si esaurisce qui, oggi E IL TOPO è anche un movimento con un suo manifesto ed è un collettivo di artisti che abitano la rivista come una dimora. In particolare in occasione delle presentazioni dei singoli numeri, ogni pagina diventa una stanza, ogni stanza uno spazio, ogni spazio un progetto specifico. La pratica performativa materializza il bidimensionale non solo aggiungendo la terza, ma anche la quarta dimensione, ovvero il tempo. “Lo stesso manifesto – mi suggeriscono – sarà trasformato in dieci performance e sarà presentato a Palermo”.

Anche se amano dire di non sentirsi “legati né alle avanguardie e neanche alle retroguardie”, ma che piuttosto gli piace molto “la parola guardie”, lo spirito che anima attualmente la rivista è in linea con la sua eredità storica, “sempre alla ricerca di associazioni impreviste e di contatti fra idee e persone”.
E IL TOPO, sostenuta da Piero Cavellini e dalle Edizioni Nuovi Strumenti negli anni ’90, oggi ha una sua casa editrice, EdiTorre del Greco; ma il topo, lo sappiamo, non va in giro alla luce del sole, il topo vive nei meandri della terra e, mentre noi agiamo in superficie, popola una zona d’ombra di cui solo una luce impertinente può scoperchiarne gli anfratti. E, infatti, a proposito della loro sopravvivenza – che alle volte attinge anche a fondi elargiti da Istituti al di là delle Alpi come nella migliore tradizione fuoriuscitista – mi ricordano: “la rivista è sempre stata e sempre sarà clandestina”. Lunga vita ai Topisti!
Attualmente E IL TOPO è composto da più di 25 tra artisti e curatori. Un gruppo internazionale e intergenerazionale. Il più giovane ha meno di 30 anni mentre IAIN BAXTER&, artista storico concettuale canadese ne ha 83. I suoi componenti sono: Armando della Vittoria, Mattia Barbieri, Marco Bazzini, Iain Baxter&, Rugiada Cadoni, Caspar is Caspar, Guillaume Clermont, Gabriele Di Matteo, Francesco Fossati, Stefania Galegati Shines, Martin Larralde, Debora Hirsch, David Liver, Frederic Liver, Francesco Locatelli, Monica Mazzone, Pietro Montone, Rossella Moratto, Francesca Napoli, Giancarlo Norese, Steve Piccolo, Fabien Pinaroli, Luca Pozzi, Concetto Ragatzu, Gak Sato, Franco Silvestro, Aldo Spoldi e Vedovamazzei.

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