Il libro “Cucina futurista natalizia”, recentemente pubblicato da De Piante editore, propone per la prima volta un breve testo con un cocktail e le ricette futuriste ideate da Fortunato Depero per le festività del Santo Natale, accompagnate dai disegni originali apparsi sul giornale Il Brennero il 23 dicembre 1932. Il testo, di una certa rarità, a edizione limitata, è impreziosito dalla sovra copertina con l’opera Verdure geometriche (2021) appositamente realizzata per questa edizione dall’artista, fumettista e scrittore Pablo Echaurren. Il testo, a cura di Guido Andrea Pautasso, studioso delle avanguardie artistiche e letterarie del Novecento, racconta di questo straordinario ritrovamento e della passione di Depero per la rivoluzione gastronomica sostenuta dagli artisti futuristi.
Obiettivo dichiarato da parte del movimento futurista era quello di attuare anche un programma di rinnovamento totale della cucina, poiché secondo il gruppo avanguardista, l’alimentazione abituale degli italiani era considerata inadeguata al passo fulmineo dei nuovi tempi e in particolare a quello delle tecnologie che li contraddistinguevano. «Noi futuristi sentiamo […] la necessità di impedire che l’Italiano diventi cubico massiccio impiombato da una compattezza opaca e cieca. Si armonizzi invece sempre più coll’italiana, snella trasparenza spiralica di passione, tenerezza, luce, volontà, slancio, tenacia eroica», recitava il Manifesto della Cucina Futurista
Proprio su Il Brennero, in una pagina dedicata alla cucina futurista natalizia, il giorno di Natale del 1932, l’artista Fortunato Depero elogiò il volume dedicato da Marinetti alla cucina futurista insieme al pittore e poeta Fillìa e ne declinò la proposta perlopiù in termini geometrici, suggerendo e disegnando un «Girotondo di succhi profumi e rumori», che comprende tra l’altro «Spicchi di limone, arancio e mandarino, un rotolo con motto rumorista da declinare in coro, un’asticciola di acciughe, castagne candite e datteri», oppure un «Quadrilatero casalingo con quadrati di polenta e croce di piselli verdi» e altre «Fette, liste, stelle, dischi, triangoli, quadrati, mezzelune, esagoni, punte, zigzag di carne, di frutta e verdura, crude, cotte e fritte». Il testo è arricchito da una serie di termini inventati dallo stesso Depero, come “Palatolista” in sostituzione di “Menù” e “Lista delle vivande” per esaltare la sua idea secondo la quale l’artista deve essere in grado di «Rinnovare i sapori, compenetrare, moltiplicare, arricchire i succhi» delle vivande, «Onde ottenere nuovi impasti, svegliare, incitare il palato a nuove armonie degustative, a nuove qualità sensorie».
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