Il punto è però che talora
questa moltiplicazione di mezzi espressivi e divulgativi viene tradotta con
l’annuncio dell’imminente morte di uno di essi. E il candidato più citato negli
ultimi anni, suo malgrado ovviamente, è la carta. Gli assassini? Il web, e ora
soprattutto i suddetti smartphone e i tablet pc o gli omologhi strumenti della
genia dell’iPad. Come al solito, ossia come sulle soglie di ogni rivoluzione
reale o presunta, la verità sta nel mezzo. Cioè la carta perderà e sta già
perdendo appeal per alcune tipologie
di pubblicazioni, in particolare la cosiddetta letteratura di consumo e, ancor
più, i periodici e i quotidiani in modo eminente. Perché leggere La Stampa o il Corsera sul proprio iPhone costa meno (a produttore e compratore),
è maggiormente sostenibile dal punto di vista ecologico, lo si può fare anche
nella calca di un metro all’ora di punta e così via.
Ciò non significa che la carta
sia destinata a scomparire. Anzi, proprio il pericolo incombente potrà servire
da stimolo a progettare e proporre al pubblico prodotti di maggior pregio e
ricercatezza. Conquistandosi i
ripiani delle librerie. È ciò che spiega brevemente ma chiaramente Andrew
Losowsky introducendo un volume, Turning
Pages, edito dalla berlinese Gestalten, che proprio della qualità del print design è bandiera europea e non
solo. Perché la carta ha innanzitutto proprietà esclusive che vanno
valorizzate, non rincorrendo pateticamente il “digitale” ma, al contrario,
evidenziando la propria unicità laddove essa è reale e non “ideologia”. Dunque,
che ad esempio le email vengano sempre meno stampate è un fatto da salutare con
plauso, e non inficia affatto il valore di un libro magari di grande formato,
realizzato con inchiostri, stampe, rilegature memorabili. Il che non significa
necessariamente che carta diverrà sinonimo di costoso.
Losowsky ribadisce: “La sopravvivenza del prodotto fisico ha
senso soltanto in quelle situazioni dove la fisicità è una parte
deliberatamente curata del suo design”. In altri termini, la minaccia dei
pixel deve costituire uno stimolo a bandire la mediocrità, in nome del motto: less print, better print.
Come di consueto, gli esempi di Editorial design for print media – come
recita il sottotitolo del libro – che Gestalten ha esaminato provengono da un
range amplissimo della produzione cartacea. Così, accanto a monumenti
tipografici come il New York Times,
per citare un esempio di periodico, vi si trova Volta, magazine sulle energie alternative nato come progetto di tre
studenti del Politecnico di Milano, Giacomo
Gambinieri, Matteo Gualandris e Francesco Muzzi. Ma gli esempi da citare sarebbero centinaia, dal progetto
grafico degli Onlab per Domus al lavoro di Francesco Franchi per IL – Intelligence in Lifestyle. Come a
dire che qui, per una volta, l’Italia non è affatto assente. E non sta portando
avanti una battaglia di retroguardia, tutt’al contrario.
marco enrico giacomelli
*articolo pubblicato su Exibart.onpaper
n. 70. Te l’eri perso? Abbonati!
Turning Pages
Gestalten, Berlin 2010
Pagg. 272, € 49,90
ISBN 9783899553147
Info: www.gestalten.com
[exibart]
Alcuni dei suoi edifici sono i più importanti al mondo: Frank Gehry, colui che ha praticato l'architettura, o forse più…
La Società delle Api nomina Luca Lo Pinto come direttore artistico: la Fondazione creata da Silvia Fiorucci sposta a Roma…
Fino al 22 marzo 2026, la Fondazione Luigi Rovati celebra i Giochi Olimpici con una mostra che unisce storia, arte…
È morto Giovanni Campus: se ne va un protagonista rigoroso e appartato dell’arte italiana del secondo Novecento, tra gli innovatori…
La pollera, da indumento retaggio di subordinazione femminile nell'America Latina a simbolo di emancipazione internazionale: la storia del collettivo ImillaSkate,…
Talk, inaugurazioni, musei aperti, gallerie in rete, nuove mostre e il Premio WineWise per una gita fuori porta: gli appuntamenti…