Categorie: Libri ed editoria

libri_saggi | Era Fiction | (fine arts unternehmen 2004)

di - 9 Agosto 2004

Nella storia tracciata da Era Fiction, l’episodio seminale che dà vita alla commistione fra arte e cinema riporta alle scenografie di Dalí per la sequenza onirica dello hitchcockiano Spellbound (1945). Beatrice si propone infatti d’indagare le “zone d’ombra” (p. 32) ove le credenziali di autorialità non sono ancora anchilosate in uno dei recinti che la critica ama erigere. Perciò viene dedicato ampio spazio al distacco dall’avanguardia storica, esemplificato nell’opera di Warhol e in particolare nel periodo in cui alla Factory giunge Paul Morrissey. Proprio in quegli anni, un certo cinema diviene più contaminazione che avanguardia, si muove a cavallo fra galleria d’arte e sala di proiezione.
In questa scia si inserisce il New American Cinema (fra i nomi più noti, Maya Deren, Kenneth Anger, Jack Smith), per una storia che se da un lato resta elitaria a causa della radicale riduzione del plot, dall’altro si confronta ludicamente con la cultura popolare. Così seguono pagine assai piacevoli dedicate a figure classificate fra i registi tout court, come Greenaway e Lynch. Altrettanto stimolante è la sezione dedicata alla New York anni ’80, che “sfogliava sé stessa sulle pagine patinate dei magazine alla moda” (p. 157). Da questo scenario derivano però anche film come Johnny Mnemonic (1995) di Robert Longo, artista che in ambito cinematografico non mostra alcuna indipendenza né sperimentalismo. In questi casi, scrive Beatrice, “non ci troviamo di fronte a un rapporto tra arte e cinema, potrebbe dirsi piuttosto una relazione (ritrovata e ricercata) tra l’artista e il suo pubblico andato a rifugiarsi nelle sale” (p. 158).
Un ampio capitolo analizza il ciclo Cremaster (1994-2002) di Matthew Barney, forse con un eccesso di zelo nella sintesi delle “trame” e alcune semplificazioni in merito a presunte citazioni nietzscheane. L’ultima parte, la più contemporanea, è –forse, inevitabilmente- una galleria di brevi saggi monografici. Dalla riflessione su tempo e identità multipla (della visione) in Stan Douglas e Douglas Gordon, all’immancabile Vezzoli (certo un po’ invadente ed è fra i pochissimi dei quali si cita un lavoro del 2004), dal sublime Doug Aitken al “relazionale” Huyghe. Per quanto concerne gli italiani, sfilano fra gli altri Mocellin, Galegati, Mangano, Golia, Ra di Martino e Benassi. Senza infine dimenticare il Third Cinema o cinearte, rappresentato da figure come Kiarostami e Chantal Akerman.
La conclusione che ne trae Beatrice è che il cinema è “mutato geneticamente” (p. 241), parcellizzato in miriadi di luoghi oltre la buia sala catartica. Può dunque risultare produttivo sfruttare la distanza critica che (talvolta) caratterizza la galleria, ove il visitatore è più attivo e libero di compartecipare, anche solo grazie alla sua mobilità (si pensi alle installazioni e agli split screen di Shirin Neshat). Tutto ciò senza ricercare un nuovo “standard”, ma alimentando il détournement operato dai registi-artisti e dal “cinema di frammenti” (p. 237) dei videoartisti.
Un’annotazione critica concerne un aspetto importante qualora il testo venga adottato per l’insegnamento: manca un indice di nomi e opere complessivo, non suddiviso per capitoli. Inoltre, perché gli anni ’70 sono stati così sacrificati, passando dal primo Cassavetes alla scena punk (cfr. pp. 58-59)?


articoli correlati
Dalí fra i “Rhinoceros” al Museo di Scienze Naturali di Torino
Hitchcock ispira Thorsten Kirchhoff nella personale da Peola
In dvd la trilogia di Paul Morrissey
Su “Cremaster 2”
Stan Douglas nel libro “Design & Crime” di Hal Foster
Intervista con Kiarostami
Akerman alla Biennale 2001
Neshat al “Medioevo Prossimo Venturo” di Certaldo
link correlati
La galleria berlinese collegata all’editore

marco enrico giacomelli


Luca Beatrice – Era fiction. Nuove contaminazioni tra arte contemporanea e cinema Fine Arts Unternehmen Books, Zurich 2004
In collaborazione con la galleria “pushthebuttonplay” di Berlino
Formato cm. 24×27 in brossura
267 pp., 143 ill. b/n
€ 22
Isbn 3-03720-005-7
Info: Fine Arts Unternehmen AG – Obmoos, 4 – CH-6301 Zug; tel. +49-(0)41-7116820; fax +49-(0)41-7115415; info@artisart.com; www.fineartsunternehmen.com (possibilità di acquisto online)


[exibart]

Articoli recenti

  • Progetti e iniziative

Cantieri Montelupo: in Toscana, le residenze tra arte, ceramica e territorio

Al via la terza edizione di Cantieri Montelupo, il progetto di residenze a Montelupo Fiorentino che invita gli artisti a…

16 Maggio 2024 18:23
  • Progetti e iniziative

Arte e design nell’epoca degli algoritmi: il focus all’Accademia di Lecce

All’Accademia di Belle Arti di Lecce, in mostra le opere di artisti che lavorano con l’intelligenza artificiale, in dialogo con…

16 Maggio 2024 17:36
  • Fotografia

Le fotografie di Max Vadukul al MAXXI di Roma

Through her eyes. Timeless strength è il progetto del fotografo di moda che ruota attorno a un’unica musa: 40 scatti…

16 Maggio 2024 14:47
  • Fiere e manifestazioni

La Triennale di Bruges 2024 è una serie di sperimentazioni artistiche diffuse su tutta la città

Con il tema “Space of Possibility” la quarta edizione della manifestazione belga chiama a raccolta dodici tra artisti e architetti…

16 Maggio 2024 14:43
  • Teatro

Pessoa, nessuno e centomila: Robert Wilson al Teatro della Pergola di Firenze

Al Teatro della Pergola di Firenze, prima mondiale della nuova creazione di Robert Wilson dedicata allo scrittore portoghese Fernando Pessoa…

16 Maggio 2024 12:35
  • Mostre

Per una ecoestetica del mondo: a Perugia, arte tra ambiente e utopia

Gli spazi di Palazzo Baldeschi, a Perugia, ospitano una mostra che accende una luce sul rapporto tra arte e natura,…

16 Maggio 2024 11:35