Il mondo è devastato da guerre, povertà, egoismo. Le logiche mondiali si basano sul profitto, sul denaro, sulla visibilità mediatica. Le relazioni ormai si attestano su un’interazione virtuale e sull’immaterialità. Gradualmente stiamo perdendo la percezione dell’altro, stiamo vivendo un periodo di disumanizzazione e scomparsa del contatto con il prossimo e anche con la natura. Veniamo inglobati sempre di più da una socialità virtuale fittizia e alienante che ci discosta da una conoscenza di noi stessi, delle nostre emozioni, degli altri e del mondo che ci circonda. Andrea Petinari, classe 1992, fotografo, videomaker ed esperto di comunicazione, con il suo libro, Stare bene, un giorno, mette in atto un’operazione inversa, cercando di riportarci a una dimensione più concreta e reale.
Il libro, edito da Mondadori, presenta «Piccole storie di vite vere», come recita la copertina. Tra le pagine troveremo storie di persone comuni, che possiamo incontrare quotidianamente e tendiamo a ignorare ma che sono portatrici di un vissuto articolato e intenso. Si tratta di storie di persone che abitano sul nostro stesso pianerottolo e nelle quali ognuno può ritrovare anche un solo pezzetto della propria vita oppure ricavarne un insegnamento. Nel libro scopriamo infatti ricordi di persone che ballano, che si incontrano, che lavorano, che sognano, che affrontano la guerra, che hanno dei rimpianti, che si amano e che costruiscono la loro realtà.
Andrea Petinari ci presenta storie di persone che hanno vissuto una vita intera e ognuna, a modo suo, ha compiuto il proprio percorso. Con il supporto della sua lista di domande e della sua inseparabile fotocamera, Petinari riscopre il contatto con l’altro, esplorando anche gli interni delle case degli otto protagonisti. Dalle interviste trapelano innumerevoli emozioni, sentimenti, aneddoti e vicende piene di quotidianità, gioia, amarezza e rimpianto.
Lo scrittore si mette a disposizione e lascia fluire i pensieri, mettendosi in ascolto. Ogni intervista diventa un viaggio, un dialogo attraverso il quale i racconti si svelano poco a poco, in base all’indole e alla disponibilità degli intervistati. Da un ricordo ne scaturisce un altro, come un lavoro a maglia.
A suggellare ogni intervista, scopriamo la foto essenziale e altamente simbolica dell’intervistato. Il protagonista della storia infatti viene immortalato al fianco di una foto che lo ritrae da giovane. Un ponte, una connessione fra ciò che si è stati e ciò che si è. Questo scatto emblematico apre a una lettura generazionale, una vita intera condensata in un istante fotografico.
Al termine di ogni racconto troviamo poi un capitolo dedicato, una breve “lezione”, una riflessione del fotografo in merito all’intervista appena letta. Scansionando il QR code presente alla fine del libro è possibile anche fruire delle interviste video, aggiungendo un’altra dimensione alla trasparenza dei personaggi.
Le storie del signor Leonello, della signora Dina e del signor Luciano, a noi inizialmente sconosciute, entreranno nei nostri cuori e anche nella storia, poiché il libro sopravvivrà e chiunque potrà leggere delle loro vite. La prossima volta che sentiremo l’impulso di giudicare qualcuno senza conoscerlo, potremo fermarci anche solo per un istante e immaginare tutto ciò che quella persona – come ciascuno di noi – ha dovuto attraversare. Perché è il peso, fragile o feroce, del vissuto a modellare ciò che siamo, nel bene e nel male.
Fino all'8 dicembre Roma Convention Center – La Nuvola ospita l'edizione 2025 di "Più libri più liberi", la fiera nazionale…
Da Benni Bosetto a Rirkrit Tiravanija, passando per un omaggio a Luciano Fabro: annunciate le mostre che animeranno gli spazi…
Un viaggio in quattro cortometraggi per raccontare quattro luoghi storici di Verona attraverso la calligrafia, la scultura, la musica e…
In occasione della mostra al Centro Culturale di Milano, abbiamo incontrato Nina e Lisa Rosenblum, figlie del celebre fotografo americano…
Andrea De Rosa porta in scena il Dracula nella scrittura di Fabrizio Sinisi: il Teatro Astra di Torino si tinge…
Intervista a Bettina M. Busse, curatrice della prima grande retrospettiva austriaca dedicata a Marina Abramovic: in mostra all'Albertina Museum, le…