Categorie: Libri ed editoria

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di - 4 Settembre 2015
Pubblicato in occasione della mostra “100 Scialoja. Azione e pensiero” e dell’affascinante ampliamento “Gli amici di Toti Scialoja e Gabriella Drudi” in chiusura il in questi giorni al museo MACRO di Roma, Scialoja (De Luca Editori d’arte, 2015) si presenta come una pubblicazione che va ben oltre il tradizionale concetto di “catalogo”. In parte sicuramente perché questa è stata la scelta del team di studiosi che se ne è occupato, ma anche perché la stessa figura di Scialoja poco si presta a riduzioni critiche o semplificazioni. Strabordante, curioso e sempre in “azione”, con un inconfondibile e teatrale gestualità, l’artista autodidatta romano poi diventato Direttore dell’Accademia di Belle Arti della Capitale negli anni dal 1982 al 1985, rappresenta una figura emblematica dell’artista del secolo scorso e di un mondo in estinzione di cui ormai si conserva solo la memoria con struggente nostalgia. Una narrazione ricca di riferimenti, eventi, aneddoti e ricordi, condita da riflessioni critiche, filosofiche e artistiche trascina il lettore in una serie di “puntate” infinitamente avvincenti, soprattutto per chi il mondo dell’arte l’ha studiato e amato. Mai noioso, ogni intervento è scritto in maniera originale, accurata, da un comitato scientifico di rilievo che si è speso direttamente in una “amorevole” curatela. Un omaggio sincero e non banale ad un uomo che tanti hanno sentito come maestro e mentore. E se Gillo Dorfles sottolinea il coraggio di Scialoja nell’introdurre all’interno del proprio linguaggio di matrice espressionista le cosiddette impronte che lo resero famoso, come la negazione di quello che c’è sotto ed esalta il suo sense of humor, Crescentini individua analiticamente le radici filosofiche del “nuovo linguaggio di Procida”, l’isoletta su cui le impronte di Scialoja vennero concepite quasi per caso, e che affondano nella fenomenologia di Husserl e Merleau-Ponty ma anche nell’ “eterno ritorno” di Nietzsche come condizione di eterno presente della pittura e della tela. Narrazioni articolate, come le vicende legate alla Galleria della Cometa in cui Scialoja conobbe i massimi rappresentanti della Scuola Romana degli anni ‘40 e fu egli stesso esposto all’interno del gruppo dei “Quattro pittori fuori strada”, come racconta Valerio Rivosecchi. Quest’ultimo riporta anche un seducente ritratto artistico di Titina Maselli, turbolenta prima moglie di Scialoja, e dell’influenza che la sua personalità ebbe sull’evoluzione dell’artista romano.

Il tema dei riferimenti artistici di Scialoja, affrontato da Crescentini in riferimento alla figurazione compositiva di Paolo Uccello, Piero della Francesca, Raffaello e Goya, rispettivamente associati a diversi periodi pittorici e di ricerca dell’artista, legato a quello dei cosiddetti “amici di Scialoja”, è affrontato invece con appassionata competenza da Gabriele Simongini. Quest’ultimo traccia un ritratto non solo dell’artista come singolo, ma della coppia come fulcro della relazione con il mondo esterno. La passione di Scialoja per l’America, il primo viaggio in U.S.A. nel 1956 fu una vera e propria folgorazione con la visione dal vivo del lavoro di Gorky e la morte di Pollock, e la sua incapacità di parlarne la lingua è solo un esempio dell’importanza umana, intellettuale e culturale che ebbe la seconda moglie, Gabriella Drudi, scrittrice, critica d’arte e traduttrice. Una donna capace di rendere viva l’amicizia importante dell’artista con Willem de Kooning, della cui morte Scialoja si addolorò moltissimo. Ricostruisce poi Simongini la storia delle amicizie artistiche di Scialoja, di cui si trovano tracce nella collezione personale esposta al MACRO insieme agli “Scialoja di Scialoja”, cioè quei lavori rimasti in possesso dell’artista stesso e oggi della Fondazione a lui dedicata. E allora c’è l’ammirato Mafai, il sodalizio con Afro e Burri, gli esperimenti artistici a Procida, l’amicizia scanzonata con Calder. Un racconto condito di aneddoti, citazioni e rivelazioni che rendono il volume davvero un prezioso documento storico su un’epoca. Interessante anche il racconto dell’attività dell’artista presso l’Accademia di Belle Arti di Roma, che non lo vide come alunno ma come docente e Direttore “outsider”, e la ricostruzione delle vicende familiari, che arricchiscono il quadro storico e umano dell’artista. Un discorso a parte meriterebbero le sezioni dedicate alla poesia, al teatro e all’illustrazione per l’infanzia: una continua scoperta nella scoperta, a ravvivare il quadro di un uomo che ha profuso in campo artistico energia e vitalità da vendere. E allora ci si addentra nelle sue radici culturali, nella sua metrica, nelle divertenti filastrocche, nelle imprese ciclopiche per gli spettacoli teatrali. Innovativi, prima di tutto. Divertenti e memorabili, per chi ha avuto la fortuna di parteciparvi.

Una chicca è invece nell’appendice documentaria: la conversazione di Toti Scialoja con gli allievi e docenti della Scuola Media statale “Giovanni XXIII” di Gibellina, la cittadina della Sicilia distrutta dal terremoto del ’68 e in cui confluirono artisti e intellettuali. Nelle parole dell’artista il passaggio dalla tridimensionalità di Masaccio alla bidimensionalità di Cezanne, dal realismo all’astrazione, dallo spazio alla superficie: «Questo capovolgimento della concezione dello spazio non è un impoverimento: vuol dire che credo nel mio presente, non rimando ad una favola lontana, a un ordine precostituito, lontano, che mi sovrasta, ma proietto il mio presente verso un domani. Sulla superficie il mio essere rimbalza, non scompare, non è rimandato a nessun tipo di trascendenza, è qui presente. […] la superficie è ricchissima, vuol dire spessore in cui il colore vuole affiorare, vuole venire fuori, vuole creare lo spazio della tua esistenza. La superficie è ricchissima di effetti, è ricchissima di dati emotivi, è ricchissima anche di profondità, perché è proprio dalla profondità che l’essere vuole affiorare in superficie». Una lezione in cui la passione spiega più di mille parole. La passione di un artista. La passione di Scialoja.
Titolo: Scialoja,
Editore: De Luca Editori d’arte,
Anno: 2015
Euro: 40

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