Sponge, un sogno che a,m,o. 10 anni di arte contemporanea nelle Marche. Un libro che giĆ al tatto evoca tutta una serie di sensazioni che sembrano affermarsi poi ancora più saldamente durante la lettura: eĢ un oggetto morbido, fresco, un oggetto leggero e garbato. Quel monocromo fucsia che ne caratterizza la copertina ā lāunica presenza di colore che il libro sembra concedersi oltre al bianco e nero delle immagini contenutevi ā abbandona la stereotipata aura industriale, elettrica, fashion di cui si veste nellāimmaginario collettivo, finendo con il diventare espressione di una gentilezza visiva simile a quella del fiore da cui il suddetto colore prende nome.
Un libro il cui intento, suggerito giĆ dal titolo, eĢ quello di diventare una raccolta dei dieci anni di unāesperienza tanto individuale quanto condivisa quale eĢ stata e continua ad essere Sponge ArteContemporanea (Casa Sponge) dal 2007 ad oggi. Il testo può pertanto essere interpretato come il frutto di quella collettivitĆ che negli anni eĢ divenuta caratterizzante quanto necessaria a Casa Sponge; di autori se ne contano infatti ben venti: a distinguersi non sono solo le voci di artisti (la prima, quella di Gaggia), ma anche di curatori, critici, galleristi, e ancora di giornalisti e collaboratori.
Il decimo anniversario di questa realtĆ artistica diventa pertanto il momento fecondo per eseguire una rilettura intersoggettiva a posteriori di quanto, dentro e attorno le mura di Casa Sponge, eĢ stato concepito e realizzato e di quanto e come questo spazio si sia continuamente prestato a divenire luogo di ricerca in cui, nelle parole di Stefano Verri, āil personalismo non ha più sensoā. Una rilettura eseguita da venti autori, ognuno dei quali restituisce il racconto del suo essere entrato in contatto con Casa Sponge, ognuno a suo tempo, ognuno per il suo tempo, ognuno mostrando e adoperando il proprio sguardo sullāarte e sulla cultura, ognuno rendendosi artefice di un qualche processo trasformativo.
Il susseguirsi di queste voci finisce quindi con il ripercorrere la poliedricitĆ di Casa Sponge: da residenza privata di Giovanni Gaggia ā vecchio casolare radicato nellāaperta campagna marchigiana della frazione Mezzanotte di Pergola (PU) che fu dimora dei bisnonni dellāartista fondatore ā, Casa Sponge ha saputo trasformarsi, negli anni, in spazio espositivo, in palcoscenico per performance e nido per progetti artistici e residenze. E ancora: in un salotto di convivialitĆ e di accoglienza, in un tavolo attorno cui costruire riflessioni, conversazioni e discussioni sullāarte e quindi sulla vita. E poi: in spunto per la recente fondazione di Sponge 2 e in a,m,o ā arte Marche oltre, una kermesse itinerante concepita come esperienza formativa per nove curatori under 35.
Il libro fornisce e rappresenta quindi il resoconto di una āstoria personaleā che si eĢ fatta fondamenta per un progetto che abbraccia la pluralitĆ e che da questa costruisce nuove reti; eĢ una prima e parziale meta di quel ācammino esistenzialeā che ha saputo diventare punto di partenza per un agglutinarsi di tragitti altri. Tragitti che si intersecano. Strade nuove che si edificano.
āSponge eĢ una spugna. ā scrive Giovanni Gaggia ā EĢ una spugna poggiata su quel tavolo tarlato, intorno al quale le parole volano e su di essa vanno a poggiarsi. EĢ il verbo: del critico, piuttosto che del curatore, del giornalista, fondamentale quello dellāartista, non di meno importante eĢ la voce del collezionista, dellāamico o del viandanteā. E allora eĢ come immaginarsi che quella spugna, dopo aver assorbito 10 anni di parole ā dense di riflessioni e aneddoti, cariche di intuizioni e progetti ā e dopo essersi impregnata del loro inchiostro, si sia adoperata con lāintento di restituirle, poggiandosi con delicata laboriositĆ sulle pagine ancora bianche di questo libro.
Effetto Farfalla 2017 ā Roberto Ratti, CaffĆØ del Corso di Pergola, 2017, photo Michele Alberto Sereni
Ecco che il testo diventa custode di memorie stratificate, collettore di vite intrecciate e di sguardi capaci di retroilluminare il āCiò che eĢ statoā per porsi fertili verso il āciò che potrĆ essereā. Il āciò che eĢ statoā: la memoria di una famiglia, di un territorio, di una regione ā āSulla terra arata, sul sangue, sulla tradizione contadina, dalla memoria eĢ nata Casa Spongeā, scrive Gaggia ā e di tutte le ambizioni che in dieci anni hanno saputo prendere forma concreta. Eccoli due dei temi nodali e risonanti del libro: il territorio ā spesso chiamato anche geografia ā e la memoria, due dimensioni la cui frequentazione appare del tutto imprescindibile al fine di un progredire e di un agire futuro nel nome dellāarte. Quanto documentato in queste pagine diventa cosiĢ la testimonianza di un fare, un pensare e un vivere lāarte intessendo costantemente un dialogo con la docile e tradizionale potenza della natura e, altrettanto, della dimensione periferica. EĢ la conferma di come lāarte, in quanto conseguenza della vita, oggi, nella autentica contemporaneitĆ , abbia decisamente il diritto quanto probabilmente la necessitaĢ di osservare le origini, assurgendole a vero nutrimento e non scarto.
Il risultato: un ritratto dinamico e caleidoscopico di unāunica entitĆ ; il racconto tanto denso quanto leggero di unāazione orizzontale āche guarda alla verticalitĆ della vita, dal tavolo alle stelleā (ancora Gaggia); la narrazione coinvolgente di un progetto rizomatico in cui āliberamente convergono e si incontrano diverse sensibilitĆ artisticheā (Jasmine Pignatelli).
Marta Magini
Sponge, un sogno che a,m,o. 10 anni di arte contemporanea nelle Marche
di Giovanni Gaggia; Milena Becci, Filippo Berta, Max Bottino, Francesco Castellani, Tiziana Cera Rosco, Paola Clerico, Cristiana Colli, Antonio Mastrovincenzo, Massimo Mattioli, Cristina NuĢnĢez, Maria Letizia Paiato, Sandro Pascucci, Jasmine Pignatelli, Davide Quadrio, Roberto Ratti, Serena Ribaudo, Mona Lisa Tina, Saverio Verini, Stefano Verri.
Edizioni Quaderni del Consiglio Regionale delle Marche
Anno 2017
Pagine 147