“I disegni infinitamente superiori alle stampe, si pongono alla giusta distanza tra queste e i dipinti: sono le prime idee di un pittore, iniziale lampo della sua immaginazione, del suo spirito, del suo modo di pensare […]. I disegni testimoniano della fecondità, vivacità del genio di un artista, la nobiltà, la grazia dei suoi sentimenti e la facilità con cui li ha espressi.”. Queste splendide righe scritte da Antoine Joseph Dazellier d’Argenville nel 1762 sono la migliore introduzione per un altrettanto splendido volume, a mio modesto parere un dei migliori usciti in questo 2002, di Pierre Rosemberg. Egli, già direttore del Louvre e grande studioso e conoscitore d’arte, ha costruito un saggio di altissimo profilo, densissimo di spunti e di informazioni, oltre che di numerossisime illustrazioni, che inevitabilmente influenzerà gli studi sulla pittura Francese negli anni a seguire. Ma ciò che maggiormente colpisce è la grande facilità di scrittura di Rosemberg, la sua dote di coinvolgere il lettore, rendendo un testo artistico un soggetto affascinante e scorrevole senza per questo perdere in autorevolezza critica. Dunque egli ricostruisce, intrecciando continuamente le diverse vicende critiche, la personalità, la poetica e lo stile di cinque giganti della pittura d’oltralpe, Poussin, Watteau, Fragonard, David e Ingres.
Il vero protagonista del testo è comunque il disegno inteso sia come istinto primordiale che come attento studio preparatorio o mero strumento di lavoro: naturalmente ogni artista mostra un approccio completamente diverso dall’altro. Tanto David può apparire freddo e distaccato nei suoi fogli ( ma ciò non vuole assolutamente sminuire l’approccio formale dell’artista ) tanto Watteau risulta assolutamente coinvolgente e caldo (davvero uno dei massimi disegnatori esistiti), mentre per Poussin il disegno non è altro che strumento tecnico di lavoro e dunque risulta attento agli effetti chiaroscurali e alla futura resa pittorica e cromatica. Quello che indiscutibilmente unisce questi cinque grandi artisti è la loro, inesauribile volontà di ricerca: essi appaiono sempre pronti a “rimettersi in gioco” a cercare di migliorarsi. E’ commovente scoprire che l’ultimo disegno di Ingres, universalmente ritenuto dai contemporanei uno dei massimi pittori viventi, sia stata la copia della Deposizione di Cristo di Giotto alla Scrovegni di Padova ripresa da una incisione della Bibliotheque National. Ulteriore merito di questo volume è avere posto sotto osservazione il lavoro di cinque artisti che in Italia tutto sommato non sono certo tra i più conosciuti: in particolari le figure di Fragonard e di Watteau sono state spesso trascurate, se non addirittura praticamente dimenticate. Il lavoro di Rosemberg le riporta prepotentemente alla luce, ridandogli quella dignità e quel valore che esse assolutamente meritano.
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