Emilio Isgrò. Autocurriculum
Fino al 31 dicembre 2024, la Galleria Nazionale di Roma ospiterà la mostra Emilio Isgrò: Protagonista 2024, la prima di una serie di iniziative volute dalla nuova direttrice Renata Cristina Mazzantini per accogliere ciclicamente i grandi nomi dell’arte contemporanea all’interno del museo romano. Per l’occasione, il maestro di Barcellona Pozzo di Gotto ha presentato l’opera Isgrò cancella Isgrò nella quale, fedele al suo stile inconfondibile, cancella il suo romanzo autobiografico Autocurriculum, edito da Sellerio.
Il rapporto di Emilio Isgrò con le parole è profondo e radicato nel tempo. Le parole non solo ritornano costantemente nelle sue opere, ma lo accompagnano da sempre: oltre a essere uno degli artisti concettuali più conosciuti in Italia, egli è anche poeta, scrittore, drammaturgo e regista. La sua attività letteraria, infatti, è di grande rilievo, spaziando dalla produzione di testi teatrali a romanzi. In Autocurriculum, l’artista siciliano racconta in prima persona il proprio percorso di vita, partendo dall’infanzia, trascorsa nella provincia messinese, fino al trasferimento a Milano, dove inizia a stringere profondi legami con figure di spicco del panorama culturale come Eugenio Montale, Elio Vittorini, Enrico Baj, Arnaldo Pomodoro, Piero Manzoni e Lucio Fontana. Nel 1956 esordisce con la prima raccolta di poesie, Fiere del Sud, e qualche anno dopo, nel 1964, realizza le prime “cancellature” su enciclopedie e libri, contribuendo così alla nascita e allo sviluppo della poesia visiva e dell’arte concettuale in Italia. Nonostante egli si sentisse soprattutto un poeta, come emerso dal suo racconto, con il passare del tempo si orienta verso le arti visive, affiancando alla carriera letteraria e giornalistica una profonda sperimentazione artistica. Emilio Isgrò non si limita a produrre opere pittoriche, ma si esprime anche attraverso la performance, la scultura e la realizzazione di installazioni (tra queste spicca L’ora italiana, un’opera dedicata alle vittime della strage di Bologna del 1980). Questo impegno lo porta a partecipare alla Biennale d’Arte di Venezia nel 1972 e successivamente anche alle edizioni del 1978, 1986 e 1993.
Autocurriculum è una straordinaria testimonianza di uno dei massimi protagonisti della cultura artistica italiana del secondo dopoguerra. Questo libro non solo illumina aneddoti, incontri e vicende della sua vita personale e artistica, ma offre al grande pubblico la possibilità di scoprire un lato meno noto di Isgrò: il suo talento nella scrittura. La sua autobiografia, arricchita da una notevole abilità letteraria, si trasforma in un vero e proprio romanzo picaresco, capace di catturare il lettore capitolo dopo capitolo.
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