Da sempre l’umanità sogna di volare e di trasformare la pesantezza prosaica del corpo nella poesia della leggerezza. La danza è la disciplina dei corpi che giocano sul confine delle possibilità motorie umane. Le tecnologie digitali hanno invaso questo mondo trasformandolo, rivoluzionandolo, dando vita a progetti fascinosi e aprendo nuove prospettive entusiasmanti.
La danza è l’esaltazione delle caratteristiche del corpo quali calore, espressività, concretezza, erotismo, individualità. Nella tecnologia digitale, invece, è stato spesso individuata e denunciata un’irresistibile tendenza a smaterializzare, ad allontanare dalla realtà e dal corpo in particolare. Tra danza e tecnologia si costituisce, quindi, un nesso ossimorico, un corto-circuito problematico ma creativo. Il volume collettaneo curato da Menicacci e Quinz, docenti del dipartimento di danza e informatica a Paris VIII, esplora queste tematiche, raccogliendo le testimonianze dirette di coreografi, danzatori, ingegneri e estetologi dei nuovi media.
La videodanza o la danza digitale diviene luogo privilegiato per interrogare la relazione non solo tra l’arte e la tecnica, ma più profondamente tra il corpo e la tecnologia. La sfida di questo volume è cercare di capire non solo quello che le nuove tecnologie digitali portano alla danza, ma anche che cosa la danza porta alle nuove tecnologie.
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Lavinia Garulli
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Breve ma straordinariamente ricco, chiaro ed esauriente.
Bellissimo!!!!!
Come può il mio corpo volare se imbrigliato in una rete di sensori? I cavi elettrici sono il mio guinzaglio, la mia catena. Il mio collo legato è escoriato e scorticato dagli strattoni che do per cercare di lanciarmi nel cielo. I miei polsi stretti da fili di gomma sanguinano. Sono troppo leggera per stare sulla terra....vedo la mia immagine in un ambiente virtuale...vola verso un sole luminoso e freddo...e sta sorridendo...
La via di mezzo è sempre esistita. Se è vero come è vero che dopo Goya, Velasquez e Caravaggio nessuno si è piu inventato niente ecco che nelle opere di net.art o di video arte ritroviamo degli elementi non solo figurativi ma anche cromatici e di reciproca prossemia tra gli elementi, che posson ricondurre alla pittura classica e moderna. Dire che gli artisti digitali sono concentrati esclusivamente su temi digitali non mi sembra corretto. Magari sono 'fissati' sulla forma digitale, magari non prenderanno mai in mano un pennello...ma io qualche settimana fa ho avuto modo di acquistare un opera (da artista digitale) che, seppur essendo stampa lambda su alluminio, presenta un viso che potrebbe essere una Veronica di Zurbaran e delle mani affusolate come quelle delle madonnine senesi di Duccio e di Simone...
Mi sembra che nel rapporto tra arte e tecnica non si riesca a uscire da una polarizzazione di estremi: o il rifiuto più totale della tecnica, giudicata disumanizzante o l'esaltazione della novità tecnologica in quanto tale, addirittura ipotizzando una nuova era spirituale, senza senso critico. Questo libro sulla videodanza mi sembra possa aprire un'interessante tentativo di pensare criticamente una strada mediana. Grazie per la segnalazione. Condivido il giudizio di Costantino sull'articolo ben scritto, rigoroso e poetico insieme. Ciao
Brava Lavinia! Come sempre del resto.
La verdad es que no se que comentar, más bien me acerco por que tengo la necesidad de viscularme con artistas que tranajen en video danza.
Soy actor, bailarín y coreografo,estoy preparando un video danza junto a coreógrafos de Costa Rica, les agradecería me mandaran más información de ustedes