All’interno dell’Oratorio di San Pancrazio si trovano tre busti celebrativi, posti sul loro piedistallo severo. Dalla loro condizione statica e polverosa di monumenti,
Marguerite Kahrl con
Noble Savage li trasforma in esseri vitali e umani. La realizzazione in stoffa gli attribuisce una consistenza soffice e l’espressione dei loro volti cede al riso e alla parola. Entrando dalla porta della piccola chiesa, troviamo di fronte una di quelle strutture a reticolo tipiche del modellismo, ma enormemente ingrandita. Nell’opera
ST#7 di
Carla Mattii gli elementi che vi compaiono, di un candore asettico, appartengono al mondo vegetale, anche se il referente naturale appare ormai lontano anni luce. La strada è aperta a composizioni nuove e originali, dove la natura è perfetta e artificiale.
Nei lavori delle due artiste quello che è l’oggetto di partenza viene a essere svuotato del proprio significato e aperto a differenti e contrastanti interpretazioni. A questa tendenza, in mostra, viene ad affiancarsi l’utilizzo del simbolo in modo aderente e compiuto, come nel caso dell’enorme e totemica scultura in ferro
Verso il Cosmo di
Eliseo Mattiacci e delle inquietanti e sacrali
Pietre Silenti di
Paolo Icaro.
In tal modo vengono resi due tra gli aspetti fondamentali dell’opera di
Osvaldo Licini : l’ascesa e la discesa. La mostra si collega a una serie di eventi organizzati per celebrare l’importante artista marchigiano. Con i suoi
Angeli Ribelli e le sue
Amalassunte, Licini seppe trasformare le entità sovrannaturali in esseri estremamente terreni. Esponendo all’interno delle Scuderie una selezione di suoi disegni si è scelta la parte più intima e creativa per rappresentare il lavoro dell’artista.
Tutt’intorno, nel Borgo storico e nel grande Parco Bioenergetico della Villa Seghetti Panichi intervengono ventisei artisti, invitati a rendere omaggio a Licini. Sono loro, novelli Icaro, a indicare l’indispensabile quanto rischiosa ribellione alla condizione umana. Una sindrome che si manifesta con i mezzi del volo e della metamorfosi e che cita anche, esplicitamente, l’opera liciniana, i suoi colori e i suoi simboli, quali motivi d’ispirazione e reazione.
Istanze che vengono a completarsi e diversificarsi nelle opere in mostra, nel trittico evocativo e avvolgente di
Francesco Sena, nella scultura poetica e allegorica di
Domenico Borrelli come nelle fotografie di
Nino Migliori, che tracciano corrispondenze universali, e nella solitaria e muta ala di aereo militare americano installata da
Bruno Sacchetto.
Fortemente simboliche le azioni performative proposte durante l’inaugurazione: dalla geisha incinta di
Barbara Uccelli che scompare infine all’interno della Villa all’interpretazione di Monica Ciarcelluti delle energie cosmiche de
I Ching nell’opera di
Saverio Todaro, fino alla fusione totale con la natura di
Luisa Valentini.