Categorie: Mercato

Alla fine della fiera, le vendite di Art Basel Miami Beach 2025 rassicurano il mercato

di - 8 Dicembre 2025

Fine di Art Basel Miami Beach 2025. Che con le sue 283 gallerie da 43 Paesi ha portato nella fiera vista oceano oltre 80.000 visitatori, a partire da 240 figure istituzionali tra rappresentanti di musei e fondazioni. I più importanti al mondo, ça va sans dire. «Ripensando all’edizione appena conclusa», dichiara Bridget Finn, Direttrice di Art Basel Miami Beach, «sono entusiasta dell’energia, dell’ambizione e della creatività che hanno riecheggiato all’interno e all’esterno dei nostri padiglioni. Con presentazioni straordinarie, progetti innovativi e un coinvolgimento record, la fiera ha rafforzato la sua leadership nelle Americhe e la sua capacità di influenzare il mercato dell’arte globale».

Quindi, in numeri. Il pezzo più caro lo ha piazzato Lévy Gorvy Dayan, già a poche ore dall’apertura, quel Muhammad Ali di Andy Warhol assegnato «for a listing price of $ 18 million». Un dipinto del 1977 che celebra il pugile Ali – lo sguardo d’acciaio, i pugni alzati, lo sfondo viola, la silhouette regale – non solo come campione del mondo, ma prima ancora come personalità straordinaria, come paladino dei diritti civili. «Questo è di gran lunga il miglior dipinto che abbia mai avuto di me stesso», affermava Ali negli anni ’70, vedendolo terminato. «Ci vedo anche una certa dolcezza e compassione. In effetti, riesco a vedere molti stati d’animo». Nota a margine: passava all’asta da Christie’s, nel 2021, assegnato per questa stessa cifra. Parecchie spanne più in alto, anche oggi, rispetto a tutte le vendite della fiera di South Beach.

Hauser & Wirth dichiara tra gli altri un Untitled di George Condo del 2011 andato per quasi $ 4 milioni; poi Persistent Antagonism e Mr. Follett: Nursery-Man di Louise Bourgeois che hanno trovato casa, rispettivamente, per $ 2,5 e $ 1,2 milioni; e ancora Paris Series di Ed Clark, acrilico su tela da $ 1,2 milioni. «Il Natale è arrivato in anticipo per il nostro team», affermava Marc Payot, Presidente di Hauser & Wirth, fin dall’apertura. «Nelle prime tre ore di fiera, le nostre vendite hanno superato del 40% quelle dell’intera settimana dell’Art Basel Miami Beach dell’anno scorso. Il ritmo sembrava quasi tranquillo, ma le vendite sono state costantemente vivaci». Trova una certa eco, tra i corridoi della fiera, gli affari grassi chiusi tra infradito e t-shirt oversize.

Hauser & Wirth. Louise Bourgeois, Courtesy of Art Basel

Vincono i nomi storici, affermati, con tanti saluti alle scommesse del biennio d’oro 2021-2022. Lo conferma anche Alexander Gray, fondatore di Alexander Gray Associates di New York, di ritorno dopo quasi un decennio di assenza ad Art Basel Miami Beach: «Siamo tornati perché il momento – e il contesto – ci sembravano giusti. Negli ultimi anni, abbiamo assistito a una crescente attenzione istituzionale e di mercato verso artisti le cui pratiche si intersecano con le storie sociali che da tempo plasmano il nostro programma. La struttura curatoriale sempre più solida della fiera, insieme al suo crescente impegno nella costruzione di un’eredità per artisti storicamente significativi, è in stretta linea con la nostra missione e con le esigenze dei nostri artisti». Così Thaddaeus Ropac assegna due Alex Katz, Orange Hat 2 del 1973 e Wildflowers 1 del 2010, rispettivamente per $ 2,5 e $ 1,5 milioni. Da David Zwirner, una sfilza di vendite a sei zeri, vedi l’Abstract Painting di Gerhard Richter andato a $ 5,5 milioni, vedi Alice Neel da $ 3,3 milioni. Mentre Sprüth Magers condivide i risultati di due opere di George Condo, Divided Single Portrait del 2025 che vola a $ 1,8 milioni e Open Forms del 2024 a $ 1,2 milioni. «L’affluenza non è stata solo elevata, ma anche di alta qualità», ha affermato Andreas Gegner, Direttore Senior, Sprüth Magers, «con grandi collezionisti, curatori e direttori di musei statunitensi e un’eccellente prima giornata di vendite a diverse fasce di prezzo di artisti tra cui George Condo, Anne Imhof, Sterling Ruby, Rosemarie Trockel e Andreas Schulze, la cui prima grande mostra negli Stati Uniti ha appena inaugurato all’ICA Miami. Siamo stati particolarmente soddisfatti della vendita di un’opera storica di Craig Kauffman, che ha dimostrato un alto livello di competenza».

Thaddaeus Ropac. Alex Katz, Courtesy of Art Basel

Lunga, e tutt’altro che riservata, come sempre, la lista delle vendite finali. Anche nell’anno in cui ben 20 gallerie non sono tornate a esporre ad Art Basel Miami Beach 2025, tra ritiri, mancate domande di partecipazione e roboanti chiusure in giro per il globo (Blum e Clearing, per dirne solo due). Eppure: da Almine Rech, un dipinto di Picasso risulta acquisito per una cifra nel range di $ 2,8-3 milioni. Da Cayón, assegnati un Mirò con asking price di $ 2,6 milioni, un Fontana da $ 1,5 milioni e un altro Mirò «sold for a price in excess of USD 1 million». Il titano Pace Gallery riporta che il lavoro di Sam Gilliam, il titolo è Heroines, Beyoncé, Serena and Althea, anno 2020, ha trovato casa per $ 1,1 milioni. Sempre a proposito di blue-chip: da White Cube, Untitled Woman del 1978 di Willem de Kooning vola a $ 2,85 milioni, When the Heart Speaks di Damien Hirst, del 2005, arriva a $ 2,5 milioni, Andreas Gursky tocca € 1,2 milioni con Harry Styles del 2025. L’americana David Kordansky piazza God Painting “I Dream A Lot”, del 2025, di Rashid Johnson per $ 750.000, Good Choreo del 2025 di Shara Hughes per $ 450.000-500.000. Mentre da Gladstone Gallery, Tarnishedonor (Copperhead) di Robert Rauschenberg, del 1989, si è posizionato per $ 1,5 milioni. «I collezionisti si sono dimostrati molto attenti e coinvolti, il che riflette la domanda costante e il forte mercato per opere eccezionali», rivela Max Falkenstein, Senior Partner di Gladstone Gallery. Leggi: o una qualità straordinaria oppure niente, in un mercato in ripresa, ma pur sempre cauto, bene in linea con la contrazione dell’ultimo triennio. Soprattutto per le opere di fascia alta, di valore superiore al milione – lo riportava Clare McAndrew nell’ultimo Art Basel and UBS Global Art Market Report. Proprio quelle che s’incontrano, tra giganti storicizzati e superstar contemporanee, tra i booth patinati di ABMB 2025.

White Cube. Courtesy of Art Basel

«Art Basel Miami Beach 2025 è stato il punto esclamativo che ha sancito la fine di una stagione autunnale di successo», rivelano Martha Campbell e Christine Berry, co-fondatrici della Berry Campbell: «Abbiamo avuto un inizio eccezionale della fiera e questo slancio ha continuato a crescere per tutta la settimana, con ottime vendite di opere di Mary Abbott, Elaine de Kooning, Perle Fine, Helen Frankenthaler, Mercedes Matter, Betty Parsons, Yvonne Thomas e altre ancora». Le artiste sottostimate che il lavoro curatoriale della galleria newyorkese contribuisce a riaffermare, anche in termini di quotazioni – vedi l’ultimo record di Lynne Drexler per oltre $ 2 milioni, appena fissato da Christie’s, a New York, proprio in contemporanea con la mostra A Painted Aria negli spazi di Chelsea. Ma questa è un’altra storia. Entusiasmo anche dall’italiana, internazionalissima, Galleria Continua, con le sue sedi sparse tra San Gimignano, Pechino, L’Avana, Les Moulins, Parigi, Roma e San Paolo: «Art Basel Miami Beach continua a essere importante per noi», dichiara il co-fondatore Lorenzo Fiaschi, «grazie ai nostri collegamenti in tutte le Americhe, da Miami all’Avana fino a San Paolo. Questa edizione si è rivelata un successo, con la partecipazione di artisti provenienti da cinque continenti».

Pace Gallery. Sam Gilliam, Courtesy of Art Basel

L’opera che ha dato più da parlare? A mani basse, i cani-robot di Beeple, ispirati a Elon Musk e Mark Zuckerberg, ma anche a Pablo Picasso, Andy Warhol, Jeff Bezos e allo stesso Beeple, nella sezione nuova fiammante Zero 10. Venduta? Ovvio che sì, con ogni edizione piazzata già nella primissima giornata VIP per circa $ 100.000 (per un totale di $ 1 milione). E non si è mai sgonfiata la folla di visitatori – e dei loro telefoni – incollati al recinto dei cani-robot, dall’inizio alla fine della fiera di Bridget Finn. Il tutto, perfettamente in linea agli ultimi dati dell’Art Basel & UBS Report, secondo cui oltre la metà dei collezionisti high-net-worth intervistati avrebbe acquistato un’opera d’arte digitale tra il 2024 e il 2025. Detto, fatto, ecco la nuova sezione tech della fiera: «È stato fantastico vedere l’arte digitale avere uno spazio così importante», ha dichiarato l’artista Beeple, fondatore di Beeple Studios. «Credo che questo aiuterà davvero a dimostrare che si tratta semplicemente di un altro medium con la stessa capacità di suscitare emozioni e conversazioni critiche».

Fine di Art Basel Miami Beach 2025, la fiera vista oceano che fa da corollario, ogni anno, alla salute del mercato. Il verdetto, condiviso: un’altra iniezione di fiducia, già anticipata dalle maxi vendite di New York. Condita da una necessaria dose di autoironia.

Beeple Studios, Courtesy of Art Basel
Pace Gallery, Elmgreen & Dragset. Courtesy of Art Basel

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