Categorie: Mercato

C’è un dipinto inedito di Artemisia Gentileschi all’asta da Van Ham

di - 8 Maggio 2021

Artemisia Gentileschi, Sofonisba Anguissola, Lionello Spada, Emilie Preyer, Ridolfo del Ghirlandaio. Sono oltre 250 le proposte della casa d’aste tedesca Van Ham, tra opere inedite e altre ben note, già pubblicate nelle monografie degli artisti. Ne abbiamo parlato con Davide Dossi, Capo Dipartimento di Arte Antica, per scoprire alcuni retroscena dell’incanto del prossimo 2 giugno.

Intervista a Davide Dossi, Capo Dipartimento di Arte Antica

Prima domanda quasi d’obbligo, dopo quest’annata anomala. Qual è – secondo la vostra personale esperienza – la salute del mercato degli Old Masters?
«L’anno 2020 è stato per Van Ham l’anno migliore della sua lunga storia. Nell’ambito degli antichi maestri e dell’arte dell’Ottocento l’offerta di dipinti di alta qualità e con provenienze prestigiose ha suscitato un crescente interesse da parte del pubblico tedesco e internazionale, coronato da un fatturato del 40% in più rispetto all’anno precedente. Anche il 2021 si è aperto con segnali positivi: l’asta dedicata all’arte decorativa, con numerosi dipinti, disegni e sculture dal Rinascimento alla Belle Époque, è stata la migliore di sempre con fatturato di tre volte superiore alla riserva. Alla luce di ciò posso affermare che il mercato degli Old Masters pare godere di buona salute, fermo restando i presupposti di qualità, provenienza e prezzo corrispondente».

Davide Dossi, Capo Dipartimento di Arte Antica da Van Ham

Nell’asta FINE ART del prossimo 2 giugno, Van Ham offrirà un excursus di oltre quattrocento anni di storia dell’arte. Quali sono i top lot del catalogo?
«Verranno offerte circa 280 opere, dal primo Rinascimento agli anni quaranta del Novecento. In questa asta troviamo radunate alcune opere delle più importanti artiste di tutti i tempi, icone della storia dell’arte occidentale, tra cui il Ritratto di bambino di Sofonisba Anguissola e la Maddalena penitente di Artemisia Gentileschi. Fra gli highlights spiccano inoltre la monumentale tela con Dalila e Sansone del pittore bolognese Lionello Spada, la serie completa di incisioni con i sette peccati capitali di Pieter Bruegel il Vecchio incisi presso il celebre editore Hieronymus Cock e la Madonna con Bambino di Ridolfo del Ghirlandaio. Nell’ambito della pittura di Otto e Novecento troviamo la Natura morta con frutta di Emilie Preyer e la Suonatrice di arpa dell’austriaco Franz Xaver Simm».

Soffermiamoci allora sulle opere “inedite”, prima fra tutte la Maddalena penitente (finora attribuita al fiorentino Carlo Dolci). Come siete arrivati al nome di Artemisia Gentileschi?
«Il dipinto fu acquistato circa trent’anni fa dai genitori dell’attuale proprietario presso Van Ham come opera di Carlo Dolci e come tale mi è stato (ri)consegnato poco prima di Natale. Qualcosa dentro di me però mi diceva che questo bel dipinto non avesse molto di fiorentino, che bisognasse guardare più a sud. Così, d’accordo col proprietario, ho contattato lo studioso di riferimento della pittura napoletana che è arrivato alla scoperta. Lo studio e la ricerca sulla attribuzione e provenienza delle opere così come il quotidiano scambio con i restauratori è una delle parti del mio lavoro che più mi arricchiscono come persona».

In che modo questa attribuzione influisce sulla stima dell’opera, rispetto a prima?
«Sicuramente la nuova attribuzione ha modificato la precedente valutazione e ha permesso di ritoccarla verso l’alto; tuttavia il proprietario, un privato, non si è montato la testa e ha preferito una stima comunque accessibile (€30.000-40.000)».

Maddalena penitente di Artemisia Gentileschi. Stima: 30.000-40.000 euro. Courtesy Van Ham
Lionello Spada, Dalila e Sansone. Stima 50.000-80.000 €. Courtesy Van Ham
Sofonisba Anguissola, Ritratto di bambino. Stima: 35.000-45.000 euro. Courtesy Van Ham

Anche il dipinto Dalila e Sansone di Lionello Spada è stato riconosciuto durante la preparazione del catalogo di Van Ham. Quali, in questo caso, gli indizi per l’attribuzione?
«In questo caso ho visionato il dipinto di persona in una villa in Baviera, dimenticato sopra uno scalone per molti, troppi anni. Ho avuto subito il sentore che potesse trattarsi del pittore bolognese, che presenta dei tratti stilistici e delle cromie caratteristici. Anche qui, come per la Gentileschi, il confronto con un importante esperto che ha approvato la mia attribuzione è stato un passo fondamentale per l’inserimento di questo dipinto nel corpus di Spada. Il quadro, databile al 1615 circa, dimostra l’abilità del pittore bolognese nella raffigurazione prospettica, appresa e perfezionata studiando i cicli di affreschi bolognesi dei Carracci. Si tratta di un dipinto inedito e a lungo cercato dagli studiosi, di cui si conosceva soltanto una derivazione più piccola su tavola di 37 x 47 cm transitata nel 2007 presso Sotheby’s a Londra».

E si arriva così a Sofonisba Anguissola, con una rarissima tavola del primo periodo siciliano. Qualche dettaglio su questo capolavoro?
«Il Ritratto di bambino di Sofonisba Anguissola, che compare sulla copertina del catalogo, è un piccolo dipinto di 37 x 28 cm. Si tratta di un’opera inedita che è stata, come le altre, studiata attentamente prima di essere proposta alla vendita. L’opera rientra in quel piccolo gruppo di ritratti maschili della pittrice cremonese, che aveva invece dedicato la parte principale della sua produzione ai ritratti femminili, immortalando se stessa e le sue sorelle in numerose opere. Su base stilistica è stato possibile avvicinare la presente tavoletta alla Madonna dell’Itria conservata nella chiesa della Santissima Annunziata di Paternò e inserirla in quel ristrettissimo gruppo di quadri eseguiti da Anguissola nel primo periodo siciliano».

Un’ultima curiosità: il suo lotto preferito tra quelli proposti all’incanto?
«Ognuno dei lotti proposti è stato osservato e studiato, è difficile sceglierne uno. Diverse opere mi attirano per la loro composizione o il soggetto, altre invece per la loro provenienza o significato. Il dipinto di Sofonisba Anguissola mi sta particolarmente a cuore, me lo godo il più possibile fin che posso, ma un’altra opera mi invita a soffermarmi quando ci passo davanti. Si tratta di un Repertorio di frutta e fiori di un non meglio precisato pittore, attivo probabilmente a Firenze, verso la fine del Seicento. Questo tipo di repertori – pensati dall’artista per se stesso o per la propria bottega – serviva come fonte primaria di ispirazione, da cui attingere elementi per varie altre composizioni, ma allo stesso tempo è per noi una piccola enciclopedia botanica e ortofrutticola, un compendio naturalistico di un preciso spaccato temporale».

Artista sconosciuto, Repertorio di frutta e fiori. Courtesy Van Ham

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