Storie di dipinti perduti, ricomparsi, da record. Siamo a Vienna, presso la casa d’aste im Kinsky. È qui che il Ritratto di Fräulein Lieser di Gustav Klimt (ve ne parlavamo in questo articolo) è stato acquistato da Patti Wong & Associates per conto di un acquirente anonimo per € 30 milioni (€ 35 milioni con i diritti), vale a dire l’aggiudicazione più alta mai registrata da una casa d’aste austriaca. Tuttavia ben lontana da quella Dama col ventaglio che lo scorso anno, da Sotheby’s Londra, fissava il record dell’artista a quota € 86 milioni – ad oggi, si tratta ancora del dipinto più caro battuto sul suolo europeo.
«Siamo davvero soddisfatti del risultato, ma non davvero sorpresi, perché riflette gli standard internazionali», commenta a caldo Claudia Mörth-Gasser, esperta della maison austriaca. «Avendo venduto negli ultimi tre decenni lotti di punta dell’arte europea, abbiamo una grande esperienza in questo tipo di vendite».
Per decenni, il dipinto è stato documentato nei cataloghi dei dipinti di Gustav Klimt, ma era noto agli esperti soltanto attraverso una fotografia in bianco e nero – probabilmente scattata nel 1925 in occasione di una mostra alla Neue Galerie di Vienna. Ora, per la prima volta, i suoi colori sono noti al grande pubblico: è la tavolozza intensa tipica degli ultimi anni creativi del pittore, l’aranciato sullo sfondo, le gote arrossate, l’intricata decorazione floreale. Non a caso, la tela fu commissionata al pittore austriaco dalla famiglia ebrea dei Lieser poco prima della sua morte e fu ritrovata – a tratti incompleta – nel suo atelier viennese.
Il soggetto: un ritratto di donna, rarissimo sul mercato. La sua identità? Ancora incerta. Nel primo catalogo ragionato dei dipinti di Klimt, pubblicato nel 1967 da Fritz Novotny e Johannes Dobai, la giovane è etichettata come «Fräulein Lieser». Gli autori di cataloghi di opere più recenti (Weidinger 2007 e Natter 2012) hanno identificato la modella come Margarethe Constance Lieser (1899-1965), vale a dire la figlia del magnate industriale Adolf Lieser. Ma un’ultima ricerca della casa d’aste potrebbe aprire la strada all’ipotesi di Helene Lieser (1898-1962), la primogenita di Henriette Amalie Lieser-Landau e Justus Lieser, o ancora la loro figlia minore, Annie (1901-1972).
L’esatto destino del dipinto dopo il 1925, in ogni caso, è ancora oscuro. Ciò che è noto è che è stato acquistato negli anni ’60 ed è passato all’attuale proprietario attraverso tre successioni. Sia il venditore sia il fortunato acquirente restano ignoti.
«Abbiamo utilizzato la nostra speciale esperienza, acquisita in anni di risoluzione dei problemi riguardanti le “opere d’arte saccheggiate”», spiegano gli amministratori delegati di im Kinsky, Michael Kovacek e Ernst Ploil. «E sappiamo anche come agire di fronte a questioni di provenienza critica. Siamo quindi entusiasti non solo del successo dell’asta, ma anche della soluzione giusta ed equa raggiunta, secondo i principi di Washington, nell’interesse di tutte le parti coinvolte».
Non è tutto. Visto il grande interesse dentro e fuori i confini, la casa d’aste offrirà un’ulteriore visione pubblica gratuita del dipinto di Klimt anche dopo l’asta, il 29 e 30 aprile e il 2 e 3 maggio. Poi il capolavoro di Klimt scomparirà ancora una volta nelle pieghe della storia.
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