Nella suggestiva cornice del complesso museale di Santa Giulia, si è aperta la mostra dedicata a Vincenzo Foppa, maestro incontrastato del Rinascimento lombardo, molto ben conosciuto dagli specialisti, ma poco dal grande pubblico, che finalmente potrà ammirare le morbide produzioni di un artista che, nell’ambito della cultura rinascimentale, seppe guardare con senso quasi morale e passione filologica alla realtà che lo circondava.
L’esposizione è il frutto di una serie di lavori articolati approfonditamente, volti a fornire un’immagine molto esauriente del pittore che, nato a Bagnolo Mella, paese della provincia bresciana, intorno al 1430, toccò diversi luoghi del Nord Italia, lasciando come tracce le sue delicatissime opere: dipinti su tavola, affreschi e tele, che avrebbero influenzato altri pregevoli rappresentanti del Rinascimento lombardo come il Moretto e il Romanino, più giovani del Foppa di una generazione.
In due direzioni si è svolto lo studio che ha portato alla realizzazione di questo grande evento culturale: da una parte il convegno internazionale svoltosi a Brescia nell’ottobre 2001, organizzato al fine di raccogliere strumenti critici e di comprensione sul percorso artistico del pittore; dall’altra i restauri su numerose opere in mostra e gli studi sulla tecnica pittorica di un’artista che si colloca nello snodo fondamentale tra il Gotico, la pittura fiamminga ed il primo Rinascimento.
Il percorso espositivo presenta circa 60 opere ed è a carattere prevalentemente monografico: si divide in dieci sezioni in ordine cronologico, che forniscono notizie sui luoghi, l’evoluzione stilistica e le committenze del Foppa.
Ci si inoltra così nella personalità di Foppa, folgorato dal Donatello dell’Altare del Santo e dal Mantenga della Cappella degli Ovetari agli Eremitani, e si ricostruisce l’elaborazione del suo linguaggio personale attraverso i luoghi: a Milano e a Genova conobbe i fiamminghi ed ereditò il gusto per la descrizione minuta dei personaggi e del paesaggio, fino a giungere agli anni ’60-’80 della stagione milanese con la meravigliosa decorazione della milanese Cappella Portinari in Sant’Eustorgio, qui presentata con un video multimediale.
Da ammirare il tondo che raffigura una Testa d’apostolo, affresco strappato agli inizi del ‘900 dalla cappella, monumento notevolissimo per la cultura lombarda del ‘400, ed il pregevole restauro della Pala Botticella, risalente al periodo pavese.
A Milano, inoltre, Foppa conobbe Bramante e Leonardo, ma riuscì comunque a mantenere una sua autonomia di linguaggio, fatta di espressioni eleganti e discrete, di accostamento al dato reale, dettagliato e rispettoso.
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Il sito della mostra
Mariangela Falchetti
mostra visitata il 2/3/2002
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