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fino al 28.VI.2003 | Art Spiegelman – Baci da New York | Milano, Galleria Nuages

di - 9 Giugno 2003

Lui che poteva scrivere, scrivere così bene col disegno e coi colori, sapeva benissimo che per lui scrivere con le parole era come non scrivere affatto”. Così dice, di Picasso, Gertrude Stein in un bel libricino del 1938, cogliendo perfettamente la segreta affinità che a volte avvicina il disegno più alla scrittura che alla pittura.
Anche Leonardo, del resto, definiva il disegno cosa mentale, pura e immediata estensione del pensiero, che nero su bianco – carta e inchiostro – si sgroviglia in parole o in figure. Figure come gli ormai celebri topi (ma quanto umani!) di Art Spiegelman, il geniale autore di Maus, “favola nera” a fumetti sulla tragedia dell’Olocausto, e primo “libro disegnato” ad aver vinto il premio Pulitzer. La gall eria Nuages, abituale vetrina dei più grandi maestri della grafica, espone le copertine che Spiegelman ha disegnato per il New Yorker, elegante e sofisticato magazine americano. La mostra, Baci da New York, assieme al libro omonimo presentato a Milano dall’autore lo scorso 3 giugno, ripercorre il suo difficile e contrastato rapporto con la testata, dal 1992 fino alla recente rottura, presentando anche i lavori rifiutati o censurati dalla redazione e molti bozzetti preparatori di quello che appare come un viaggio dentro le contraddizioni degli Stati Uniti e dell’Occidente.
Del disegnatore americano – che Paul Auster nell’introduzione al volume definisce “un provocatore con un particolare talento per l’umorismo nelle sue incarnazioni più selvagge e pungenti” – colpisce l’ironia a volte caustica a volte surreale – un pupazzo di neve contempla, in un manifesto, un’invitante e svestita donnina di neve con la scritta “Hot! Hot! Hot!” – e spesso si sorride di fronte a tanti brillanti paradossi e invenzioni, ma un’ombra minacciosa, come quella nera di un aereo da guerra ritagliata nel cielo azzurro dell’Afghanistan, incupisce i nostri pensieri. Per il numero di settembre 2001 Spiegelman ha fatto una copertina che sembra, ad uno sguardo superficiale, tutta nera: e rivela invece a un occhio attento la sagoma, pure nera, ma quasi impercettibile, delle Twin Towers. Nero su nero, come il libro di Leonardo Sciascia: il nero dell’inchiostro sopra il nero della cronaca. In una versione precedente e finora inedita si vede il World Trade Center di Manhattan coperto da un pesante drappo funerario: a far contrasto – spiega l’autore – con la luminosa, “magrittiana”, chiarità di un cielo tragicamente indimenticabile.
Difficile non riconoscere il tratto, lo “stile” di Spiegelman, difficile soprattutto non riconoscervi un valore propriamente letterario, come anche la storia della galleria Nuages pare suggerire, almeno a giudicare dalle precedenti esposizioni, spesso parallele a interessanti iniziative editoriali come la pubblicazione delle tre Cantiche della “Divina Commedia” illustrate da Mattotti, Glaser e Moebius, delle Favole di La Fontaine coi disegni di Folon, o delle Lettere dall’Africa di Rimbaud con le illustrazioni di Hugo Pratt.

articoli correlati
La Divina Commedia di Mattotti, Glaser e Moebius
Lorenzo Mattotti a Milano
link correlati
www.nuages.net

andrea tomassoli
mostra visitata il 4 giugno 2003



Baci da New York
Milano, Galleria Nuages, via del Lauro 10 (zona Brera)
orario di visita: dal martedì al venerdì 14-19, sabato 10-13 e 14-19, chiusura lunedì e festivi
per informazioni: tel. 02/72004482
e-mail: nuages@nuages.net
a cura di Enzo Biffi Gentili, Francesca Comisso e Luisa Perlo


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