Sono ben 135 le opere ospitate nello storico castello Sforzesco di Vigevano. Una rassegna, curata da Raffaele de Grada, che si pone l’ambizioso obiettivo di tentare una prima storicizzazione di quelle molteplici vicende artistiche che videro la luce in Lombardia nel ‘900.
La mostra, promossa e realizzata dai Lions Club Vigevano Colonne e Sforzesco e dal Comune di Vigevano, raccoglie una selezione delle opere pittoriche dei grandi protagonisti lombardi del secolo appena concluso: da importanti testimoni della prima metà del secolo quali Boccioni, Gola, Carrà, De Pisis, Sironi – solo per citarne alcuni – fino ad arrivare alle più recenti ricerche delle nuove generazioni di artisti.
Aprono il percorso espositivo due opere di Boccioni, realizzate ad inizio secolo: tele che segnano l’arrivo nel capoluogo lombardo di una delle figure di spicco della realtà artistica milanese.
A questi lavori fanno seguito i dipinti realizzati da Achille Funi, Anselmo Bucci, Giovanni Malerba e Arturo Tosi, protagonisti di quel clima culturale che abbraccia i primi due decenni del secolo e che viene definito ‘Novecento’. Un movimento, quest’ultimo, che, pur non mancando di una poetica comune, si caratterizza per l’eterogeneità e le diversità stilistiche dei suoi fautori, come possiamo ben vedere anche dalle opere in mostra.
Al ‘ritorno all’ordine’, accompagnato dalla purezza formale e dal severo plasticismo che caratterizza la figurazione degli artisti novecentisti, si contrappongono le ricerche pittoriche dei cosiddetti ‘chiaristi’. In mostra le opere di Cristoforo de Amicis, Angelo del Bon, Adriano Spilimbergo e Umberto Lilloni, artisti che puntano ad un rinnovamento espressivo antinovecentista attraverso una ricerca cromatica legata ai valori luminosi, una pittura che dissolve la linea e i volumi per creare un atmosfera impalpabile nella quale protagonista torna ad essere l’impressione dell’occhio.
Il percorso espositivo ci conduce poi alla pittura di carattere espressivo di artisti, quali Renato Birolli, Giuseppe Migneco, Aligi Sassu, Ernesto Treccani e Italo Valenti, che negli anni ’40 danno vita al gruppo ‘Corrente’. Senza dimenticare pittori come Ennio Morlotti e Bruno Tassinari, nelle cui opere la forma diventa colore acceso e corposo.
Una forma che scompare totalmente nelle esperienze informali degli anni Cinquanta, periodo che vede anche il sorgere di una nuova tendenza indicata come ‘realismo esistenziale’. Protagonisti sono Mino Ceretti, Attilio Forgioli, Giancarlo Ossola e Piero Leddi, artisti impegnati, lungo tutti gli anni Sessanta, in un nuovo confronto con il reale in cui si esalta l’esperienza sensibile ed il dato soggettivo.
Al di là di ogni dibattito tra figurazione e astrazione si collocano le opere dal sapore concettuale di Claudio Olivieri e Mario Raciti, nelle quali protagonista è il colore trasparente e luminoso che ben testimoniano la tendenze concettuali dell’arte degli anni Settanta.
La rassegna arriva così a chiudersi con uno sguardo sugli artisti dell’ultima generazioni tra i quali spicca il nome del giovanissimo Alessandro Verdi.
In uno spazio prestigioso, ma non ampio, si ripercorre quindi l’intero secolo con un percorso espositivo che, come spiega il curatore della mostra, vuole concentrarsi sugli artisti piuttosto che sulle tendenze, soffermandosi sull’originalità di ogni singolo autore lontano da ogni rigido schema di classificazione.
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Tutto cio' è meraviglioso. Grazie della notizia e del bell'articolo
Davvero molto bello; mi piacerebbe sapere di chi è la prima tela in alto a sinistra.