La mostra, che conclude il ciclo di esposizioni organizzate dalla Veneranda Fabbrica del Duomo, in occasione dell’anno giubilare, permette di ripercorrere simbolicamente la storia del culto delle reliquie, nella Diocesi di Milano, dai tempi dell’episcopato di San Ambrogio (IV sec d.C.) fino al XIX secolo, grazie all’esposizione di 21 preziosi reliquiari, generalmente inaccessibili e custoditi nel Tesoro del Duomo.
Il culto delle reliquie (dal latino reliquus=restante) di uomini considerati importanti o dotati di particolari poteri ha origini antichissime ed è comune a tutti i popoli, basti pensare al mondo egizio. E’, però, nel cristianesimo, che tale pratica assume, nei secoli, un’importanza fondamentale sia teologica che devozionale. La reliquia del Santo o del martire si trasfigura, divenendo potente simbolo concreto del Soprannaturale, del Divino, capace di compiere miracoli ed alimentare atti di fede.
Tale pratica ha comunque subito alterni momenti di fervore, dal “boom” di epoca medioevale si è passati alla freddezza di quella illuministica. Elemento costante di ogni periodo è stata però la ricerca da parte di artisti e committenti di creare “custodie” (i reliquiari appunto) che fossero all’altezza di un così importante contenuto sacro, sbizzarrendosi nel forgiare manufatti aulici, costituiti da materiali il più possibile preziosi, in modo da rimandare attraverso il loro scintillio all’idea della Luce Eterna.
La mostra offre la possibilità di ammirarne 21, come espressioni concrete di culto sacro, testimoni della spiritualità del tempo, in cui furono create.
L’opera più antica esposta è la Capsella di S.Nazaro per le reliquie degli Apostoli, una scatola argentea lavorata a sbalzo con straordinaria maestria, destinata a consacrare l’altare della Basilica Apostolorum (oggi S.Nazaro), commissionata da Sant’Ambrogio nel 382, per porvi le reliquie donategli da papa Damaso.
Sono poi da segnalare, fra gli altri: i busti reliquiario di S.Tecla e S.Sebastiano, in argento sbalzato e cesellato, di stampo classico tibaldiano; i quattro busti reliquiario eseguiti su committenza di Federico Borromeo, in occasione delle celebrazioni di canonizzazione di S.Carlo; i due reliquiari “ad albero” del XVII secolo contenenti frammenti delle vesti della Vergine e degli Apostoli, di cui curiosa è l’iconografia adottata per il reliquiario mariano: la pannocchia ed i girasoli, prodotti all’epoca da poco importati dal “nuovo mondo”, ma subito recepiti e trasposti in chiave simbolico-allegorica cristiana.
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Gabriella Depaoli
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