La mostra “1933. Un anno del Novecento a Milano” è la prima di una serie di mostre dossier che si propongono di valorizzare e studiare, secondo chiavi interpretative di volta in volta diverse, le opere delle Civiche Collezioni d’Arte. In particolare, questa, nasce con l’intento di evidenziare come, in un ristretto arco di tempo, più precisamente nel 1933, nella città di Milano si sviluppino e si sovrappongano differenti fermenti artistici. E’ in quest’anno che nel capoluogo lombardo si assiste alla retrospettiva dedicata al futurista Umberto Boccioni, le gallerie d’arte come la Galleria del Milione e la galleria Milano danno spazio alle nuove generazioni di artisti, animati da differenti istanze estetiche e teoriche e alla V Triennale Sironi pone la questione del muralismo e dell’arte pubblica, destinata ad una fruizione collettiva, capace di partecipare alla contemporanea architettura, foriera di un messaggio pedagogico e in netta polemica con la “pittura da cavalletto”, riprendendo il discorso già affrontato negli anni venti, sull’onda dell’entusiasmo per la pittura “a buon fresco” di Giotto e Piero della Francesca, dei quali viene riprodotto un brano dei loro affreschi in una rivista esposta in mostra. Questi i temi trattati dalla mostra “1933.
M.A.
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