Trinity, informing
abstraction è il
titolo di questa mostra inaugurale che ripercorre il punto di arrivo di un
lungo processo, elegantemente evidenziato durante l’iter espositivo. Nei mesi
di preparazione della personale, infatti, durante la sua residenza
all’Accademia Americana a Roma,
formule matematiche con una rappresentazione geometrica, dando luogo a una
figura bidimensionale.
Lo scopo era non solo di “decostruire” e “ri-significare
elementi strutturali dell’architettura che si trovano sparsi per Roma, come
pietre e colonne”, ma anche di
assegnare alle sculture risultanti il nome del significato astratto che più si
addice loro, facendo emergere parole quali esponenziale o volo. Questo processo è stato ottenuto
seguendo le istruzioni di un programma e di un matematico, Annamaria Ricotti:
Biava combina alcune formule matematiche a due dimensioni ottenendone delle
altre, rappresentabili in tre dimensioni, per poi tradurle e materializzarle in
sculture create con elementi naturali quali ceramica, legno, pietra e carta.
L’intenzione di Biava è quella di creare un’installazione
che combina le sculture decostruite e ri-significate concepite a Roma con
quelle materializzate ad Amsterdam, dato anche che entrambe le serie sono state
realizzate grazie al contributo del Fonds BKVB.
Al piano terra della galleria, Biava si cura di
minimizzare e condensare le proprie scoperte
tridimensionali. Da notare,
infatti, come luci e ombre scalfiscano le sculture ideate come un tutt’uno assieme alle rispettive colonne
portanti. L’artista, intenta a far emergere una forma basica di un’intuibile
assonometria di natura, rivela forme solide che si cristallizzano come modelli
volumetrici; frattali totemici accomunati da angolature, misure, fattezze e
proporzioni implacabili.
Nella visualizzazione congiunta di queste sculture sembra
risiedere la chiave della conoscenza di una sorta di ordine universale, in
apparente sintonia con gli sviluppi di una certa branchia della geometria sacra. Nella sala, ogni rosa-del-deserto-artificializzata
è il risultato di sovrapposizioni di forme, oscillate attorno a precisi assi e
secondo l’ordine di diversi piani vibratori. Grazie al medesimo concetto, il
piano inferiore della galleria svela Fired
abstraction, installazione che depone a terra formelle sacre di legno e
ceramica, disposte sul pavimento come se si trovassero lungo la piantana
rituale di un tempio ipogeo.
ginevra bria
mostra visitata il 18 gennaio 2011
dal 19 gennaio
al 15 marzo 2011
Maura
Biava – Trinity, informing abstraction
Galleria Alessandro De March
Via Massimiano, 25 (zona Ventura) – 20134
Milano
Orario: da martedì a venerdì ore 12-19;
sabato ore 14-19 o su appuntamento
Ingresso libero
Info: tel./fax +39 026685580; info@alessandrodemarch.it; www.alessandrodemarch.it
[exibart]
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