Entro due sale ampie e ben illuminate la musica sposa la sensualità delle immagini: sedici opere suddivise tra singoli dipinti, dittici e trittici rivisitati in cui la parte centrale custodisce il feticcio, l’indumento intimo che la ragazza ancora indossa nelle immagini dei pannelli laterali. Si tratta di una sorta di ready made in cui le sottovesti, i reggiseni e i corpetti sono irrigiditi (attraverso un bagno di resina) sulle forme del corpo che rivestivano o lungo le fitte pieghe degli stessi indumenti una volta smessi.
Nei dipinti, Antonella Cinelli (Teramo 1973) stringe sui particolari e, togliendo ogni rilevanza allo spazio e all’identità del soggetto, dà vita a una dimensione atemporale, tipica della sua attuale produzione artistica (nata come performer e scultrice, la giovane artista approda alla pittura nel ‘99).
Le amiche e la sorella Annamaria sono i soggetti prediletti, ma l’identità della persona ritratta appare da subito secondaria. L’artista vuole fermare sulla tela un segmento di vita privata o un passaggio sui segreti condivisibili delle giovani donne che ritrae – Inquieta, Segrete movenze, Cosa stai pensando?. Rileva quest’intento la volontà di trascrivere sui fondi scuri e indefiniti delle sue opere alcuni pensieri tratti dai diari delle amiche-modelle oppure dagli scritti di Valerio Magrelli (Roma 1957). Nel condominio di carne è l’opera del poeta romano, che Antonella Cinelli considera come fondamentale nella formazione della sua “poetica”. Valerio Magrelli, infatti, analizza il proprio rapporto col corpo traendone una centrale considerazione secondo la quale noi “siamo prima corpo e poi mente, anima, e non si può non valutare che la condizione del primo è decisivo per la formazione delle seconde” (Antonio Stanca).
Le opere della Cinelli sembrano dunque destinate a catturare il visitatore con il linguaggio della carne ma anche con l’indubbia raffinatezza delle immagini e la qualità della sua tecnica, fornendo così un singolare contributo alla nuova figurazione italiana e ponendosi da mediatrice tra osservante e osservato.
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articolo interessante e ben scritto per artista dotata..se mi sarà possibile visiterò volentieri questa mostra..
arch. roberto matarazzo