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fino al 18.I.2009 | Zhang Hui | Milano, Primo Marella

di - 14 Gennaio 2009
Lo spazio di Primo Marella è una galleria di ritratti. Le stanze assumono la forma allungata e ingigantita degli enormi visi messi a parete. Aggraziate bambole dall’aria fulgida guardano in silenzio chiunque si avvicini loro, senza allontanarlo né volontariamente attrarlo. Sguardi dietro rosee sfere di cristallo. Sono le Beijing Wawa e le Beijing Dolls create ad hoc per questa prima personale milanese dall’artista Zhang Hui (Yumen, 1963; vive a Beijing).
Ogni individuo da lei dipinto o scolpito è un condensato di grazie scelte, virtù espletate per antonomasia della vanità, a bella posta del sesso femminile. Ogni ritratto sembra, infatti, nato a simbolo e a sintomo per il medesimo sesso “debole”, che in questa serie di lavori si bea con ricercatezza e illusione. Ogni donna o bambina o sagoma, dalla presenza astratta, è un contorno di pelle e acrilico. Un orlo teso per far aderire l’immaginazione al migliore ideale.
Nei dipinti, quasi tutti di grandi dimensioni, appaiono una dozzina di giovani e imperscrutabili dive, presenze scelte a tavolino. Tra cerotti-tirabaci e labbra bombate a forma di cuore. Al di sotto restano corpi esili e proporzioni inventate, visi allargati e dettagli amalgamati. Elementi che rimangono appesi ai muri, come mappe. Mappe di viaggi-donna in ricerca di modelli. Percorsi caratteriali di bambole cresciute senza mai diventare adulte; ragazze allevate senza cadute (attrazioni della gravità), donne sferiche fatte di corpi immersi nella raffigurazione e nel desiderio formale della completezza.
I colori degli incarnati sono assoluti, evanescenti e, per questo motivo, rassicuranti. Ogni viso è l’emblema distorto della bellezza contemporanea. Il naso è piccolo, l’ovale è lunare, le ciglia sono da bambola, gli occhi sono orientali mentre le iridi, trasparenti, rimangono liquide, traslucide e vaghe. Nelle pose di ciascuna di esse si ritrova la dote instabile dell’affabilità, trattenuta da obbligatoria stasi plastica. Eroine di lotte invisibili e attrici di scene già calcate.
Il contesto cromatico che le circonda è uno spazio minimo, una nube tenue di verdi, rosa, azzurri e grigi leggermente scalfiti da sparute serie di oggetti. Pochi esemplari simbolici. Una lampada, un telefono, un libro aperto, del liquido versato, oppure un letto appena accennato. Piccole cose che non richiamano e non portano il mondo reale all’interno della composizione ma, al contrario, lo escludono, addossandole i mille nomi dell’insicurezza. Della fantasia. Parole dedicate al mistero che sta sempre al di fuori, segreti scoperti dalla fisionomia rappresa del volto e dalla luce di uno sguardo di pietra.
Tele e sculture rappresentano un richiamo fortissimo. Chiunque cerchi di misurare il linguaggio cartoonistico di Zhang Hui con la loquacità condensata dei manga rimarrà naturalmente deluso. La particolarità di questi lavori risiede nell’astratta virtualità espressiva della ricerca estetica, compiuta simultaneamente tra virtuosismo artistico e virtualità femminile.

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mostra visitata il 18 dicembre 2008


dal 18 dicembre 2008 al 18 gennaio 2009
Zhang Hui
Primo Marella Gallery
Viale Stelvio, 66 (zona Maciachini) – 20159 Milano
Orario: da martedì a sabato ore 11-19
Ingresso libero
Info: tel. +39 0287384885; info@primomarellagallery.com; www.primomarellagallery.com

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