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fino al 18.XII.2010 | Cezary Bodzianowski | Milano, Zero…

di - 25 Novembre 2010
A
partire da tutto quel che ho detto e fatto, / non lascerò nessuno scoprire chi
fui. / È sempre comparso prima una sorta di ostacolo che cambiava la trama / delle
mie azioni e le abitudini della mia vita. / Una sorta di ostacolo che spesso
era lì per fermarmi anche quando stavo per parlare. / A partire dalle mie più
sconosciute movenze, / dai miei più celati scritti – è a partire da questi che
solitario verrò compreso. / Ma forse non vale la pena tanta preoccupazione, / non
un tale sforzo per scoprire chi veramente sono. / Tanto, più avanti, qualcun
altro, fatto proprio come me, / è certo, a sua volta, comparirà e diventerà
finalmente libero di agire
. Così scrive in Cose
nascoste
il poeta Cavafy.

Difficile poter credere che, a presentare questa seconda personale
milanese di Cezary
Bodzianowski
(Lodz, 1968), si adatti
dichiarazione d’intenti migliore. Quel che rimane di quest’artista, di ogni
mostra allestita, è il miraggio strutturale delle sue azioni, residui estetici
che concretizzano poesia e disvelamento, caducità e ordine, architettura e
imperfezione. Come sostiene l’artista stesso, sempre presente e costantemente registrato
durante le proprie performance, elementi ordinari quali palazzi o passanti o,
ancora, strade e alberi diventano esistenze. Componenti fisici
soggettivi che, quando lui stesso scompare, ci ricordano in che modo il resto
sopravviva.

In galleria, a Milano, due videoinstallazioni, due sculture di grandi
dimensioni, alcune piccole foto e un’intervista incorniciata (con le risposte di
Bodzianowski scritte a mano) completano la raggiera degli interventi progettati
per Uno e più. Caustico
e dolcissimo, concettuale e irriverente, il mondo che si trova in galleria vira,
mutua rispetto a quel che si trova fuori.


Richiami a idoli della strada, incomprensioni
accidentali e formule dell’equilibrio marchiano i nuovi lavori installati con
insolito (voluto e intellegibile) pudore. Ogni scorcio, incastonato nel
percorso di questa personale, restituisce esattezza e abbondanza visiva. Quasi
che l’artista fosse impossibilitato, ogni volta, a portare con sé tutto quel
che trova per strada, ciò che deve rimanere ancora da vedere è un
codice; un’istanza di presentificazione di un gesto che si manifesta in quanto
figura di pensiero. In quanto tramite di senso chiuso in qualche lato buio del
linguaggio corrente.

Conscio dei propri personali teatri di eventi, Bodzianowski rende note sottili azioni come storie nonsense,
scene dell’assurdo che, ancora una volta danno vita a un personaggio senza
fine, con tanto di baffi, pneumatici usati e occhiali. Un ingenuo dai modi
raffinati che, mostrandosi per mimetizzarsi, cambia quel che potrebbe succedere
in quel che deve accompagnarlo ovunque.


L’artista polacco
rinnova dunque la lettura poetica di una visuale quotidiana che, se non fosse
accesa dal proprio passaggio, finirebbe persa o spenta tra folle di ignari e
susseguirsi di spazi pubblici, dove chi guarda non vede e chi transita sembra
sempre voler finire altrove. Per non perdersi in quel che si trova davanti.

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2010


dall’undici novembre al 18 dicembre 2010

Cezary Bodzianowski – Uno e più

Galleria Zero…

Via Tadino, 20 (zona Piazza Lima) – 20124 Milano

Orario: da martedì a venerdì ore 11-13.30 e 14.30-19.30; sabato ore 15-19.30

Ingresso libero

Info: tel. +39 0236514283; fax +39 0299982731; info@galleriazero.it; www.galleriazero.it

[exibart]

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