A cinquant’anni di distanza dalla scomparsa del suo illustre cittadino, la città di Busto Arsizio rivaluta l’opera di Arturo Tosi (Busto Arsizio, 1871 – Milano, 1956). Le due città più amate dall’artista -Busto, che ne vanta i natali, e Rovetta, piccolo paesino della bergamasca scelto da Tosi come rifugio per le vacanze- hanno infatti deciso di rendere omaggio all’artista con due rassegne, una per città, (quella di Rovetta si è da poco conclusa), allo scopo di rendere il giusto riconoscimento a un talento che, a suo tempo, non fu apprezzato.
Una personale, quella curata da Giuseppe Pacciarotti e ospitata nelle sale di Palazzo Cicogna, che documenta, con settanta opere, il percorso espressivo della lunghissima stagione creativa dell’artista: dalle esperienze post-scapigliate di fine Ottocento, alle opere di inizio Novecento, dove la forte accentuazione cromatica sovrasta sul disegno. Dagli anni Venti, profondamente influenzati dalla lezione di Cèzanne, fino agli anni Cinquanta e ai capolavori della maturità, caratterizzati da un’emozionante e assoluta libertà stilistica.
I soggetti prediletti da Tosi sono sempre paesaggi, luoghi sereni e amati, nonché unica fonte d’ispirazione dell’artista. La mostra, suddivisa in diverse sezioni, raggruppa le opere secondo i soggetti: da I luoghi dell’anima, che raccoglie i dipinti delle campagne di Rovetta (dove oggi il pittore è ricordato come una figura leggendaria), alla Val Seriana e alla riviera ligure, agli inquietanti ulivi del lago d’Iseo, alle vibranti atmosfere di Venezia. Ciò che contraddistingue la pittura di Tosi è proprio il suo profondo rapportarsi alla natura, una natura agreste, caratterizzata da campi, montagne, cascine e luoghi fatti di umori di buona terra, come li definì Roberto Longhi nel 1956.
Svincolata dai legami accademici, la pittura di questo artista segue una personale inclinazione che esula dall’Impressionismo lombardo, per sfociare quasi nell’Espressionismo. Certo, come gli Impressionisti, anche Tosi amava ritrarre il paesaggio
La libertà delle prospettive e l’audacia dei colori rendono unica la visione pittorica di Tosi. A caratterizzare il suo particolarissimo stile è infatti l’accentuazione del colore, steso sulla tela con un impasto dallo spessore così denso da risultare addirittura tangibile. Ma è la luminosità a rendere moderno questo artista “georgico”, la cui abilità consiste nella capacità di usare il colore come una naturale espressione della forma, nonché come ricerca stilistica della luce, resa attraverso l’accostamento dello stesso elemento cromatico, dosato però su gradi di intensità crescente. Ed è così che la trama coloristica dei suoi dipinti e l’austerità della visione trasformano un semplice paesaggio nel più intimo luogo dell’anima.
roberta vanore
mostra visitata il 23 settembre 2006
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