Tutto inizia col luogo, ad impatto notevole per chi ha qualcosa da ridire in merito all’esercito. Ma che un colonnello, nella fattispecie Gianfranco Pizzinelli, apra le porte ad una rassegna d’arte contemporanea, fa riflettere sull’esistenza di personaggi “illuminati” anche in quell’ambiente. Dunque, una cinquantina d’artisti invitati a usufruire di un’ala della caserma. Sui due piani messi a disposizione, nelle stanze e nei bagni, si sviluppa una panoramica interessante dell’arte soprattutto italiana, secondo le visioni -talora divergenti- dei quattro curatori chiamati a selezionare gli artisti. Ovviamente, per queste e altre ragioni, non si può parlare di un livello costante dei lavori proposti. Ma si tratta di un’ottima occasione per osservare opere spesso inedite, presentate da quattro critici che speriamo potranno avere voce in capitolo nelle scelte future d’istituzioni consolidate.
Non è ovviamente possibile citare e riservare il giusto spazio per ogni artista. Per ciò, procedendo con qualche inevitabile dimenticanza, va segnalato il nuovo video -il quinto- delle “trappole” presentato da Bruno Muzzolini e la svolta assai interessante di Matteo Bergamasco, che si è dedicato ad una peculiare psichedelìa.
Fra le presenza straniere, Jelena Vasiljev ha proposto una nuova versione del suo progress dedicato ai lupi in gesso, con un’autentica montagna di animali che si apprestavano a disporsi in fila indiana come una muta che avesse subito la furia di un uragano; Erwan Ballan ha allestito una sala che conferma il suo talento e farà ricredere, almeno lo auspichiamo, la giuria del recente premio assegnato ad Artissima; Yael Levram è una giovane e promettente fotografa israeliana che vive a Parigi. Presente anche la più celebre conterranea Hilla Lulu Lin, i cui video tuttavia rendono maggior giustizia al suo lavoro piuttosto che le fotografie presentate, le quali danno probabilmente per scontati troppi passaggi. La presenza di Debora Hirsch
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Visto che ero all’inaugurazione in mezzo a circa -600- persone, mi sembra importante fare i complimenti all’ideatrice e organizzatrice del progetto, Cecilia Antolini.
Infatti, convincere il colonnello, gli enti locali, gli sponsor e riuscire ad organizzare questo evento essendo alle prime armi è stato sicuramente una grande scommessa e un lavoro molto impegnativo. Aggiungerei a quanto detto nell’articolo che ho raramente riscontrato in una mostra collettiva di queste dimensioni (46 artisti) una atmosfera cosi calda tenendo conto che eravamo in una caserma nel mese di novembre…
Infatti, artisti, critici, galleristi, curatori, politici, militari, bambini, infermiere e curiosi giravano questi due piani di caserma con piacere, attenzione e voglia di condividere con altri opinioni e sentimenti… sinceramente, i militari hanno avuto difficoltà un mandarci via…. Di nuovo complimenti e alla prossima!
il titolo della mostra non è nuovo. Raffaele Gavarro fece una mostra nel 1995 (bella e di proposta) che si chiamava così nella caserma borbonica di Casagiove (CE)