Categorie: milano

fino al 22.XII.2005 | Giuseppe Gabellone | Milano, Guenzani Via Melzo5

di - 13 Ottobre 2005

Milano, atto primo. Ventiquattro inaugurazioni. Feste esclusive e non. Critiche. Insomma, una telenovela. Tuttavia, nell’autunnale tre giorni, tra una faccenda e l’altra, uno scandalo e qualche segreto di pulcinella, si è trovato anche il tempo di andare a vedere le mostre. La storica galleria Guenzani, affianca per l’occasione una personale di Dayanita Singh, e una del nostrano Giuseppe Gabellone (Brindisi, 1973), protagonista della projectroom di via Melzo.
Quattro opere scultoreee. Saltano all’occhio due bassorilievi, sbalzati su piani ottenuti amalgamando tabacco, alluminio e collanti, con una ricetta appositamente studiata dall’artista, da sempre incline alla sperimentazione di materiali innovativi. Scolpite alcune piacevoli scene, tratte casualmente da ritagli di riviste o libri. Storie che non significano altro che se stesse, oggetti immobili di una metafisica intricatissima, che nella sua ostentazione esasperata del tema dell’assenza, talvolta lascia lo spettatore confinato in una cornice conclusa di sensazioni di pura godibilità. Sensazioni tuttavia falsate dal misunderstanding creato dal rapporto straniante tra figurazione, nel registro inferiore dell’opera, e astrazione, in quello superiore. Oltre che dall’irregolarità perimetrale, in cui stiacciati donatelleschi e bugnati mantovani si scontrano ad armi impari sulla superficie scabra.
Meno coinvolgenti le altre due sculture. La prima, un amplesso violento di stalattiti di superfici riflettenti ostenta l’eccessivo geometrismo delle masse, nel distacco disperato dalla parete di fondo. La seconda, dirimpetto, lunga quanto la parete della galleria, formata dall’accostamento di quattro tele ocra equidistanti, illumina, ma occlude con la sua mole, l’ambiente circostante, già di per sé angusto. La volontà di “marcare il territorio”, difesa dal comunicato stampa, isolando opera e spettatore in un rapporto epidermico, non si adatta alle necessità dello spazio, creando più effetti collaterali che intimità.
Poi ci sono le opere. Così distanti tra loro, nella forma, più che nei contenuti, infedeli non tanto ad un discorso di serialità dell’arte, non sempre condivisibile, ma al concetto di cifra. Manca il Gabellone che fotografa oggetti e poi li distrugge, che vede la perfezione dei volumi solo stando dietro un obiettivo. Il suo rapporto brutale con corpi amati e soggiogati, di cui la vera assenza è data dall’immagine bidimensionale, allude ad un altro che non c’è più. Alla morte, a fantasmi che vagano in un immaginario etereo ed irreale. La pesantezza della materia diviene qui zavorra per il concetto di libertà dell’arte. Per la necessità del pensiero di spaziare. Attendiamo quindi impazienti la conversione dell’opera nell’altro da sé. E se ciò non bastasse, la consueta, rituale, distruzione.

articoli correlati
Start, inaugurazione collettiva a Milano
Personale di Gabellone da Guenzani nel 2003

santa nastro
mostra visitata il 7 ottobre 2005


Giuseppe Gabellone, fino al 22/12/2005
Studio Guenzani, via Melzo 5, MM Porta Venezia, 20129 Milano – ph. +39 02 29409251 – fax ++39 02 29408080
info: luciana@studioguenzani.it


[exibart]

Visualizza commenti

  • ecco l'unico fighetto milanese che si salva, almeno in parte (forse perchĂ© è di brindisi?).

  • "La pesantezza della materia diviene qui zavorra per il concetto di libertĂ  dell’arte. Per la necessitĂ  del pensiero di spaziare. Attendiamo quindi impazienti la conversione dell’opera nell’altro da sĂ©"
    qualcuno che mi spieghi in italiano corrente questa frase, grazie

Articoli recenti

  • Mostre

OBEY: The Art of Shepard Fairey nella Cattedrale di Fabbrica del Vapore a Milano

“OBEY: The Art of Shepard Fairey” è la prima esposizione museale in Italia interamente dedicata a Shepard Fairey, in arte…

23 Maggio 2024 0:02
  • Musei

Sul Lago di Como aprirĂ  il nuovo museo dedicato al grande pittore Giancarlo Vitali

In un palazzo storico di Bellano, sul Lago di Como, nascerĂ  un nuovo museo dedicato alla vita e all’arte di…

22 Maggio 2024 17:34
  • Architettura

Wild Buildings: tutte le volte che l’abuso edilizio è entrato nel cinema e nell’arte

Da Miralles a Toni Gironès, dalle ricerche di Lebbeus Woods a Karen Lohrmann & Stefano de Martino. Quando la costruzione…

22 Maggio 2024 17:27
  • Mostre

C’è una mostra fotografica di Mimmo Jodice all’hotel di Palazzo Velabro a Roma

Gli scatti del fotografo partenopeo sono in mostra accanto a opere di Joseph Kosuth e Ettore Spalletti: “Il cielo è…

22 Maggio 2024 17:10
  • Progetti e iniziative

Lo STRAF hotel&bar di Milano diventa editore e fucina di idee e creativitĂ 

In occasione dei suoi 20 anni di attivitĂ , lo STRAF hotel&bar, situato nel cuore di Milano, si apre al talento…

22 Maggio 2024 16:00
  • Bandi e concorsi

Premio COMEL: aperto il bando della XI edizione

Fino al 23 giugno 2024, gli artisti di tutta Europa sono invitati a partecipare alla XI edizione del Premio COMEL,…

22 Maggio 2024 14:30