Oramai cinese d’adozione, porta simboli a Milano simboli e
segni d’Oriente, contaminati da tracce di un’infanzia lontana e presente al
tempo stesso. Giocando sulla porta strappavo i
fiori di Alessandro Rolandi (Pavia, 1971; vive a Beijing) conduce il visitatore in una serie di situazioni che hanno
dell’onirico. Come pezzi ora distanti e cangianti in contrasto tra esperienze,
slanci emotivi e poetiche ribellioni. Moduli a incastro che compongono
manifesti ideologici in progress attraverso un percorso espositivo in cui
affiorano sintesi di registri estetici mutevoli e difformi l’uno dall’altro.
Entrando in galleria, tutto appare quasi una
grande sala da giochi per bambini, ove è tangibile il gesto dell’artista
dilettatosi a transitare tra media, linguaggi, contaminazioni di tecniche con
impeti talmente netti da creare un composto piacevolmente leggero. Una
dimensione surreale in cui temi complessi e variegati si avvicendano in lavori
piĂą o meno recenti, si sfiorano, procedono paralleli come pensieri in volo.
Dal Bread tree come “possibile
soluzione per risolvere la crisi economica”, in cui fette di pane fioriscono tra
i rami di una scrittura criptica e onirica che arpeggia e volteggia senza
mantenere la direzione. Fino ai destini immensi fra utopie e progetti di una
scala inclinata verso l’infinito. Calci e palloni, e ancora calci al muro e
quella scala (“vera”) verso l’alto a sostenere le urla, le voci, i ricordi, i
pianti, gli incubi, i sogni (si veda in tal senso l’installazione Real stair – Fake balloons).
Vero e falso come dubbi, come perplessitĂ ancestrali. Vero
e falso come un dilemma che viene a galla a ritmo costante nella ricerca di
Rolandi. Vero e falso come due mondi in costante ambivalenza, dai confini
labili come le maree. I temi del vero e falso come interrogativi e
provocazioni. Come armi per andare avanti nelle indagini artistiche, nel
cammino sperimentale e nella negazione di ogni forma di impedimento.
Una linea tematica che accompagna anche I
desired my dust to be mingled with yours. In
questo caso ci si trova davanti al protagonismo di un albero “scaldato” da un
improbabile sole di plastica. Così, sintetico e organico si mescolano ancora,
si contaminano come vero e non. Così, ibridazioni costanti per smascherare e
truccare nuovamente le carte in gioco. Per affondare lo sguardo critico in
questo contesto, Rolandi utilizza registri estetici molteplici, e al limite
della distinzione, infatti, le cose si fondono, come se su tutto calasse un
velo di nebbia avvolgente, capace di rarefare profili, contorni, dettagli. Come
se le cose non potessero più distinguersi, perché su tutto si è posata una
leggera polvere onirica.
Attraverso questa linea d’orizzonte, la location
espositiva assume i connotati di un’architettura del visivo poetica e
sussurrata. Altrettanto, il percorso diventa testimone tangibile di una ricerca
costante e forte che l’artista conduce in primis con e verso se stesso. Senza
esitazioni.
Rolandi
in fiera a Beijing
caterina misuraca
mostra visitata il 17 settembre 2010
dal 17 settembre al 23 ottobre 2010
Alessandro Rolandi – Giocando
sulla porta strappavo i fiori
a cura di Marco Tagliafierro
Nowhere Gallery
Via
del Caravaggio, 14 (zona Parco Solari) – 20144 Milano
Orario:
da martedì a sabato ore 15-19.30
Ingresso
libero
Info:
tel./fax +39 0245495916; info@nowhere-gallery.com; www.nowhere-gallery.com
[exibart]
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