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Fino al 24.IV.2015 | Stéphanie Nava, Ad locum venire | Galleria Riccardo Crespi, Milano

di - 20 Aprile 2015
La personale dell’artista francese Stéphanie Nava (Marsiglia, 1973) da Riccardo Crespi è una mostra di ambienti. Una ricostruzione meticolosa e attenta di scenari irreali, dove alternativamente l’architettura si fonde con il paesaggio, e dove il paesaggio diventa scultura.
Accade nei disegni al primo piano della galleria, Reprises, che testimoniano la fascinazione dell’artista per i luoghi fiamminghi, dell’Estremo Oriente o la Persia: città abitate, tratteggiate a grafite, ma che contengono elementi naturali (nuvole, montagne) come parte integrante dell’architettura. Il risultato è una visione che ricorda le tavole di Maurits Cornelis Escher (non a caso olandese) e anche Le città invisibili di Italo Calvino.
Sono soglie da attraversare, costruzioni oniriche che hanno origine dall’osservazione della realtà, e che si rendono visibili anche laddove, apparentemente, non c’è la mano dell’artista a tracciarne le forme, come nel caso della serie fotografica Avec perspectives intérieures, che accoglie i visitatori: qui l’artista mette in luce i rapporti reciproci di alcuni interni, rivelando le intime connessioni delle architetture. Nonostante non via metarappresentazione, regna una vaga inquietudine: dentro gli interni fotografati pare che possa accadere qualcosa da un momento all’altro; più che immagini sono schermi per la costruzione di una storia che, grazie o a causa delle forme del luogo (porte, archi, corridoi), resta avvolta nel mistero.

Al piano inferiore, il paesaggio nella serie Archipel deriva dal caso, o quantomeno dalla “determinazione” di esso: la china verde sulla carta forma una serie di grandi macchie, brughiere oniriche dalle quali spuntano alberi, mani, elementi che anche in questo caso rivelano la presenza di spazi abitati, almeno della mente. Una traccia intima in questo caso, meno costruita, che ricorda anche le celebri macchie di Rorschach trasposte verso una dimensione che contiene una funzione estetica e dialettica.
Dulcis in fundo lo splendido Le cours figé des lignes, che ricostruisce il tracciato del Rodano, percorrendo la galleria. È proprio in questo caso che si parla di un site specific per un luogo, piuttosto che per uno spazio o ambiente circoscritto: Nava ha realizzato questo grande puzzle (alla parete trovate la mappa dei luoghi-simbolo per l’artista, legati alla sua personale ricerca, storia e interpretazione, che si affacciano sul corso del fiume francese) durante una residenza, dove tra le altre azioni è andata personalmente a raccogliere l’argilla per modellare le forme di questa “scultura-omaggio” sul greto del corso d’acqua. Donando un’altra dimensione all’idea di architettura naturale.
Matteo Bergamini
mostra visitata il 17 aprile
Dal 6 marzo al 24 aprile 2015
Stéphanie Nava – Ad locum venire
Galleria Riccardo Crespi
Via Mellerio, 1
20123 Milano
Orari: dal lunedì  al sabato 11-13, 15-19.30
Info: 0289072491, info@riccardocrespi.com

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