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Fino al 24.XI.2001 | Piero Golia – Retrospettiva | Milano, Viafarini

di - 6 Novembre 2001

La notizia è di quelle che potrebbero comparire sulle prime pagine di FlashArt o di Temaceleste: un grande museone internazionale – con tanto di architettura neoclassicheggiante, ingresso maestoso, libreria e spogliatoio – dedica a Piero Golia, artista napoletano classe ‘74, una completa retrospettiva.
In realtà il museo non è altro che un plastico di un paio di metri quadrati allestito nella milanese Viafarini e le opere sono microriproduzioni in scala di tutti i lavori dell’artista da tre anni a questa parte.
La ‘retrospettiva’ però, se non ci si lascia condizionare dalle dissacranti dimensioni, c’è davvero tutta e segna la nuova personale italiana di Piero Golia dopo il successo alla Galleria I-20 (New York) dove delle gigantografie testimoniavano il travaglio di una bellezza partenopea che si faceva tatuare sulla schiena l’icona del suo artista/idolo, indovinate un po’ quale…
Una volta entrato nello spazio espositivo di Viafarini, lo spettatore è ‘costretto’ da Piero a cimentarsi in un inedito spionaggio granfratellesco all’interno del candido museo in miniatura. Il lavoro dell’artista si configura come un’intima ed egocentrica casa delle bambole che mira ironicamente a istituzionalizzare le sue stesse, folli, opere.
Come in ogni retrospettiva che si rispetti i lavori ci sono tutti, o quasi. C’è naturalmente la barchetta con la quale Piero è andato alla Biennale di Tirana, attraversando il mare Adriatico; ci sono le due colonne di lattuga lasciate marcire nella Galleria Maze di Torino un paio d’anni fa; ci sono le foto dell’opera ‘Tattoo’ di cui abbiamo parlato sopra; c’è la palma sulla quale Golia rimase appollaiato per tutti i giorni di apertura della fiera Artissima lo scorso anno; ci sono le mucche in gommapiuma che ostruivano il passaggio ai visitatori in una sua personale allo Studio Morra di Napoli e c’è la giraffina gonfiabile costretta a piegare il collo a causa di un piedistallo sproporzionato.
Con sagace (auto)ironia il ventisettenne napoletano riesce per l’ennesima volta nel giro di pochi mesi a sorprendere e a spiazzare il pubblico. Il suo mini museo infatti – come peraltro la gran parte dei suoi lavori precedenti – rivela la formidabile capacità di creare immagini studiate per rimanere, indelebili, nella mente dello spettatore.

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www.pierogolia.com

Massimiliano Tonelli
[vista il 18 ottobre 2001]



”Piero Golia – Retrospettiva”, VIAFARINI, via farini 35, 02 66804473, viafarini@planet.it, www.viafarini.org , mart_sab 15_19 e mattina su appuntamento


[exibart]

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  • Pietro Golia rappresenta tutto ciò che non mi piace dell'arte contemporanea. Superficialità, gigionismo, faccia tosta, strapotere delle gallerie, incapacità oggettiva nel lavoro artistico concettuale (altri profili non si prestano neanche alla polemica ma al ludibrio...allo scherno...ah,ah,ah..veramente!!!).Unico merito il sapersi vendere ben benino nei rapporti interpersonali. Bravo! Ma un po' pochino direi al di fuori di un certo ambito...Non trovate? Chissà se ai nostri posteri gliene fregherà qualcosa...
    I tempi sono cambiati (lo sappiamo bene tutti) e l'arte non più essere una (assai poco originale) rincorsa alla fesseria più totale. Ho fatto imputridire un camion d'insalata...ho vinto qualche cosa? Ho rovesciato un aeroplano...visto che carino a testa in giù?
    Che delusione, non si sa se è stata la noia o la guerra a scoprire le carte...il giocattolo si è rotto. Che peccato. Ma forse ci possiamo ancora salvare.Speriamo.
    Almeno Cattelan qualche guizzo creativo ce l'aveva...e oggi si pone in discussione. Qui invece addirittura si persevera consacrando idiozie da giardino d'infanzia addirittura con una ANTOLOGICA! ma de che?
    Che Dio, Allah o chi per lui, ci salvi da Viafarini...basta, basta, basta con queste cose cretine!
    Voltiamo pagina.

  • Per me le installazioni non sono arte.
    E i vostri discorsi sul vedere cose che non ci sono in ammassi informi ed eterogenei di oggetti e persone, mi sembrano elucubrazioni mentali fine a sé stesse.
    Se volete divento artista (installatore, performatore) in quattro secondi. Ecco le mie opere prime:
    1. Enorme tela, 15 metri per 30, chiamiamo tutti gli alcolisti e barboni della città, li facciamo sbevazzare finché non ne possono più, poi li facciamo vomitare sulla tela. Il titolo dell'"Opera" sarà "Malessere metropolitano". Prezzo di vendita: 300 mila dollari.
    2. Quattro camion si sabbia gialla del Sahara, più uno di sabbia nera dell'isola di Vulcano. Il mucchio di sabbia nera infilzato da enormi travi di plexiglas rosso. Titolo dell'opera: "Capro espiatorio". Prezzo di vendita: 150 mila dollari.
    3. 80 modelle nude, con scarpe di Gucci e borsette di Prada, alle quali sono state somministrate due dosi di purgante Kelémata, sedute su water trasparenti per almeno quattro ore. Titolo dell'Opera: MG33. Foto della performance (fatte da un professionista, non io, ovvio): 50 mila dollari.

    Provocazione puramente gratuita. Scusate, avevo bisogno di sfogarmi, perché secondo me stiamo degenerando.

    Saluti.

    P.S. Ovviamente, a scanso di equivoci, queste idee sono copyright di me stesso.

  • Caro Piero, vedo che sei un ragazzo intelligente, accetti il dialogo, ti poni in fondo in discussione e quindi forse potrai salvarti.
    Quanto al mio nome visto che il Paese è piccolo e la gente mormora, ti posso dire soltanto che mio nome di battesimo è Davide...
    Quanto all'ironia di quell'artista di cui parli...Caravaggio...ma chi? Gianni? Allora si hai proprio ragione...

    Ti auguro ogni bene,

    tuo

    Catone Benpensante

  • State dando addosso ad uno dei più promettenti artisti della nuova generazione. A me personalmente le sue opere piacciono!
    E pure tanto. Bravo Golia! Spero di andare a vedere la tua mostra al più presto.
    Ti volevo chiedere ma veramente sei andato in Albania in barchetta? o è stata solo una provocazione simbolica? Un modo poetico di condividere, da artista, in un modo paradossale e rovesciato, le vicende tristi di un popolo. Bellissimo!

  • Nel bene o nel male un artista come Golia genera qualcosa...basti vedere la lunghezza e la quantità dei commenti sotto sto articolo, no?

  • Per conto mio non voglio dare addosso a nessuno, soprattutto ad un giovane artista. La mia è solo una domanda, nata dall'ignoranza. Se sembra una presa in giro, (e se lo fosse, sarebbe un boomerang), non era mia intenzione . Vorrei che tornasse, Piero Golia, anche se mi è sembrata perentoria la sua decisione.
    Come mai, partendo dal presupposto dell'arte per tutti, alla fine solo pochi riescono a comprenderla? Come per le forme tradizionali, dove si intuiscono le differenze, qui qual è il discrimine che fa di un'installazione o di una performance arte, oppure semplice esercizio?
    Un esempio che non c'entra direttamente: una volta si faceva questa distinzione in pittura, tra artista e artigiano: il pittore Annigoni (tanto amato dal sottosegretario Sgarbi,a me invece non piace molto, ma non vuol dire), era considerato un buon artigiano della pittura, altri invece erano gli artisti. In questo campo come si fa?

  • Signor Golia, non ci lasci , ritorni!
    Le farò un altra domanda, non si faccia cadere le braccia, che servono anche loro ai concetti e se gliele farò cadere spero ci sia un sindacato artisti che le creerà ex novo per lei, o costituirà un comitato di lotta ai rompiscatole così forte da creare intelligenza e acume e discrezione nelle povere menti sprovviste (senza additivi chimici, ma con additivi artistici), e pagherò.
    Anzi riformulo quella di prima.
    C'è stato il riferimento a Duchamp, ma io volevo proprio sapere il suo punto di vista, perchè secondo lei per il concetto, per il pensiero,(che sono stati affidati alla parola) l'arte ha scelto queste forme installative, o performative, che per molti risultano coreografie o scenogafie il cui significato è oscuro, o talmente pregno da non riuscir più a cavarne il bandolo della matassa? Sì che è un invito a riflettere, ma molti si fermano all'apparenza, all'evento. E non è neppur detto che l'arte (dal punto di vista degli spettatori) debba essere per tutti, almeno per come la vedo io, non è proprio democratica, eforse non è un male, ma cambio spesso idea e non ho certezze assolute. Mi aiuta? Devo imparare molte cose.
    Comunque buon lavoro

    P.S. quella cosa dell'insalata mi ricorda i panini plastificati di Manzoni.

  • Ma che dubbi vuol presentar questo Golia ? AhahahhAH che intervento patetico, questa roba vale meno della monnezza ed è priva del piu' piccolo barlume di originalità bleah, il solito raccomandato che crede di fare avanguardia, l'unico aggettivo è RI DI CO LO, e l'ironia in Caravaggio dove la vede??? ahAHhAhAhh in ogni caso qui si tratta di comicità di bassa lega (stile Vacanze di natale 1993-2000) e pessimo gusto.

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