Tutto
perciò è essenziale. Tutto è rigorosamente minimale. Così, al piano terra della
Pianissimo, lo spettatore viene avvolto da un’installazione murale che
interamente abbraccia il perimetro dello spazio. L’effetto è quello di
nuvolosità sottili, quasi trasparenze sui vuoti dell’anima del contingente, per
cui restano anche tracce materiche a terra. Sfregamenti
come impronte di sogni, come una scia di polvere fantastica fluttuante. Sfregamenti effettuati site specific da
Turner con la pressione manuale di una lana d’acciaio direttamente su pareti e
pavimento.
In
questo abbraccio sinuoso, la galleria diventa un antro misterioso in cui
inoltrarsi. Una caverna platonica contemporanea in cui ritrovarsi, dove la
visione arriva, si perde, si smaterializza dissolvendosi e ridisegnando un
cosmo in moto. Un luogo nuovo dove le immagini si moltiplicano e si dipanano
sulle pareti, amplificandone le possibilità interpretative e percettive. Dove
realtà e apparenze si confondono senza dare adito a segmenti di verità
assolutistiche. Solo spazi in cui dubitare e perdersi. Solo accenni ed accenti
di bagliori lontani, talmente distanti da restare mai raggiungibili.
Si
arriva poi, al piano superiore, a percepire la forza decisa (Untitled 5250) di un dipinto total black
(“realizzato con sottoprodotti
petroliferi”, così spiega la nota critica, “usati per la salvaguardia delle imbarcazioni di legno dalla
putrefazione della secca”). Decisamente un gesto artistico
più netto e vigoroso per direzionare lo sguardo alle compromissioni
dell’essere. Dalle pieghe di forme in divenire del dipinto vengono anelate
soglie di attraversamenti e confini inestricabili.
Così nello spazio espositivo va in scena una sinfonia di vuoti e
silenzi impossibili, sospesi tra il piano inferiore e quello superiore. Quasi
due emisferi comunicanti nel silenzio di materie ed essenze fluttuanti. Due
universi di incertezze e interrogativi che mai troveranno risposte. Come luci e
ombre di un cammino scosceso tra il sonno e la veglia. Tra il nero e il bianco.
Come le infinite gradazioni di grigi che l’esistenza riesce a riservare.
In tal senso, il viaggio tracciato con Britannica non si conclude, ma procede ancora oltre il visibile, e
ulteriormente avanza nel non detto e nei distacchi di sintesi e significanti
indomiti. E ulteriormente procede senza arrestare il respiro a slanci e
ricadute. Per ricominciare.
caterina
misuraca
mostra visitata il 27 gennaio 2011
dal 19 gennaio al 26 febbraio 2011
Daniel Turner – Britannica
Galleria
Pianissimo
Via Ventura, 5 (zona Ventura) – 20134 Milano
Orario: da martedì a sabato ore 14-19
Ingresso libero
Info: tel./fax +39 022154514; info@pianissimo.it;
www.pianissimo.it
[exibart]
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