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fino al 26.IX.2010 | Storm Thorgerson | Milano, Fabbrica del Vapore

di - 20 Settembre 2010
Erano i tempi dei Sex Pistols e dell’Lsd, dell’invenzione del primo
compact disc e della prima televisione a colori. Molte cose stavano accadendo e
cambiando in quei fatidici anni, il senso di velata paura scatenato dalla
guerra fredda rimbombava negli echi delle nuove tendenze musicali, di cui i
Pink Floyd rappresentano probabilmente la punta dell’iceberg.

Un gruppo che, come evidenzia Storm Thorgerson (Potters Bar, 1944) nelle sue nitide immagini, intendeva la musica come
ideale estetico a tutto tondo, in bilico tra poliedriche sperimentazioni sonore
e mastodontici light show.

Chi
non ricorda o non conosce la celeberrima copertina di Dark Side Of The Moon? Il concept album che registrò 45
milioni di copie vendute in tutto il mondo venne realizzato dallo Studio
Hipgnosis
di cui
Storm faceva parte insieme a Aubrey Powell e Peter Christopherson nel 1973. La formazione
cinematografica di Storm e il suo studio è chiaramente visibile nel trattamento
delle immagini, spesso realizzate come scene teatrali. Così per la celebre
copertina di Ummagamma, in
cui la scena dall’eco magrittiano che dipinge la band sul ciglio d’una camera
con David Gilmour seduto sull’uscio è riflessa nello specchio attaccato al muro
accanto alla figura centrale protagonista.

Un’indagine
psicologica affiora dalle particolari composizioni, un’intrinseca voglia di
cogliere l’attenzione dello spettatore attraverso il metodo surrealista dello
straniamento: la presentazione di un’immagine a prima vista assolutamente
realistica e naturale che svela, a un’analisi più attenta, incongrui elementi
stilistici.


La
nostra musica può precipitarti nell’orrore urlante o gettarti nell’estasi
delirante. Più spesso la seconda. Scopriamo che il nostro pubblico adesso
smette di ballare. Cerchiamo di averli lì in piedi completamente rapiti, a
bocca spalancata
”.
Così come Waters descrive la sua musica, allo stesso modo Thorgerson utilizza
le sue immagini. Ambientazioni metafisiche ed eclettiche come ricettacolo di impressioni,
Storm usa l’immagine come strumento di incontro tra moti dell’inconscio e
servile citazionismo.

In Oh
by the way
, copertina del cd riedito nel 2008,
l’inquadratura immortala una stanza che presenta un tavolino con diversi
oggetti, una sedia, un basso poggiato alla parete sulla quale i due ritratti
dei membri della band fiancheggiano uno specchio su cui è riflessa la stessa
immagine, con la sagoma d’un uomo in sostituzione dello specchio. Tra gli
oggetti che paiono disposti in maniera del tutto casuale sul tavolino,
compaiono il porcellino simbolo della band, un bicchiere di vino, occhiali da
sole, un mazzo di chiavi d’albergo. Sulla seggiola vuota siede una bombetta,
accompagnata da un piatto di batteria. Silenziosa descrizione inquieta di un mondo
in cui realtà e immaginazione, fantasie e paure si fondono in un unico universo,
di cui l’ironica stanza rappresenta caratteristiche esteriori e drammi
interiori.


La
mostra si presenta come doppio omaggio al gruppo e al grafico, che insieme
furono in grado di inaugurare una sinfonia visiva e sonora audace e
complementare. Thorgerson è riuscito materializzare nello stesso tempo lo
spirito di un’epoca e la poetica di un gruppo che, a distanza di quarant’anni,
è ancora considerato una delle band più influenti del secolo scorso.

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Smith fotografa

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mostra visitata il 9 settembre 2010


dal
9 al 26 settembre 2010

Storm
Thorgerson – Pink Floyd-mind over matter

Fabbrica
del Vapore

Via
Giulio Cesare Procaccini, 4 (zona Cimitero Monumentale) – 20154 Milano

Orario:
martedì, mercoledì, venerdì e sabato ore 11-19.30; giovedì ore 11-22; domenica
ore 14-19.30

Ingresso libero

Info:
info@fabbricadelvapore.org;
www.arteutopia.it

[exibart]

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