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fino al 30.IV.2008 | Shi Jinsong | Milano, Primo Marella

di - 18 Aprile 2008
I sogni non vengono ‘sognati’ dalle persone; vengono da soli, come un incontro che a posteriori ci si accorge che è stato voluto dal destino”. Un destino, quello di Shi Jinsong (Danyang, 1969), provocatorio e agghiacciante allo stesso tempo, frutto di una rielaborazione surreale della società moderna, in cui la cultura industriale e commerciale ha preso il sopravvento nella vita quotidiana di ognuno di noi.
L’artista cinese, attivo sul panorama artistico internazionale dal 2001, tenta di risvegliare lo spettatore dal torpore giornaliero attraverso sculture-installazioni il cui valore semantico nasce da un contrasto dialettico interno alle opere stesse: l’oggetto, nella sua forma tradizionale, assume una nuova connotazione grazie all’uso di materiali estranei. La percezione della poetica di Shi procede attraverso un tortuoso percorso di opposizioni, veicolando concetti chiave dell’arte contemporanea come forma e materia, oggetto e significato, natura e artificio.
In Riverbank with poplar, willow, wind and moon, la figura ricorrente dell’albero è privata delle proprie funzioni vitali e naturali attraverso l’innesto di bulloni metallici, a sottolineare la contemporanea meccanizzazione della realtà. Una sinistra minaccia pervade l’aria: la natura è morta ma, grazie alla tecnica, ogni elemento riacquista la propria presenza, almeno nella forma.

Legato alla dimensione rurale cinese, Shi genera una nuova poetica dell’esistenza, in cui il concetto di nascita e crescita è subordinato all’ideale di progresso tecnologico e all’unica religione esistente: la manipolazione. Non solo il futuro e il presente, ma anche il passato influenza la ricerca dell’artista, vicino alla tradizione mitologica cinese, al Buddismo Zen e al Taoismo. È questo il caso della serie Na Zha Baby Boutique, le cui opere sono ispirate a Na Zha, divinità del folklore cinese, un dio bambino celebrato per il suo coraggio e i suoi poteri soprannaturali, che sacrificò se stesso al fine di espiare i misfatti compiuti. I lavori in mostra -culle, passeggini e giocattoli- oltre a essere ricreati in acciaio inossidabile e modificati nel design, sono dotati di lame e armi da fuoco.

La scelta di presentare oggetti provenienti dall’innocente dimensione infantile si staglia con l’uso della fredda materia levigata, di estrema purezza formale, tanto da indurre lo spettatore a immaginare un esercito di “prototipi da guerra” marciare con ritmo serrato e rigore militare. Un valore comunicativo estremamente energico, che riflette l’invadenza dei messaggi subliminali moderni, carichi di violenza e terrore.
Shi Jinsong ricrea un mondo mutato nell’essenza, in cui ogni cosa esistente assume nuove implicazioni, diventando allusione materica della società contemporanea. Che si spaccia per moderna, ma che in realtà evoca pensieri struggenti e inconfessabili paure.

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mattia brunello
mostra visitata il 19 marzo 2008


dal 5 marzo al 30 aprile 2008
Shi Jinsong
Primo Marella Gallery
Via Valtellina angolo Viale Stelvio (zona Maciachini) – 20159 Milano
Orario: da martedì a sabato ore 10-18
Ingresso libero
Info: tel. +39 0234938090; info@marellagallery.com; www.marellagallery.com

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