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Fino al 4.XI.2016 | Daniel Spoerri, Was Bleibt | Fondazione Mudima, Milano

di - 3 Novembre 2016
Lungo una vita svoltasi tra gli ambiti più rivoluzionari della storia degli ultimi cinquant’anni, alcune cose si trasformano, ma altre restano: all’interno di un percorso artistico ricco di sperimentazioni e innumerevoli approcci a tecniche e materiali, ciò che rimane sempre costante è il legame speciale di Daniel Spoerri con il dato reale, il tempo e lo spazio.
Il linguaggio che accomunò tutti i componenti della corrente europea Nouveau Réalisme, in cui agli inizi degli anni Sessanta Spoerri emerse come artista, si basò su un gesto appropriativo nei confronti del reale, sulla volontà di ordinare il dato contingente e farne una metodologia, una nuova espressione lirica e sordida, una lettura personale di ciò che sta all’esterno. Forte di un particolare momento storico, artistico e politico scaturì tale poetica urbana, che con uno sguardo a trecentosessanta gradi incluse in sé persino ciò che ha perso la sua forma originaria, lo scarto, il frammento, il rimasuglio, l’oggetto abbandonato.
Nella mostra “Was Bleibt” la Fondazione Mudima ospita circa trenta opere inedite realizzate nel corso del 2016: a seguito della sua profonda fascinazione verso i mercatini dell’usato di tutta Europa – marchés aux pouces – per cui è solito passeggiare, l’artista recupera direttamente gli oggetti che restano sulla strada, caduti dalle bancarelle o abbandonati dai mercanti alla fine della giornata di lavoro. E così bambole, quadri, utensili da cucina, attrezzi da giardinaggio, bigiotteria, fiori finti, cocci, tappi, fotografie, gabbiette, grucce, strumenti da disegno, maschere africane, statuine, lampade, abiti dismessi, peluche, parti di elettrodomestici, chiavi, cartoni, appendiabiti: una miriade di oggetti, impossibili da catalogare, che entrando nell’opera mutano di status e vengono considerati non più per la propria valenza materiale quanto immateriale. “Spirituale”, si potrebbe definire il mistero che le accompagna, poiché le storie che portano con sé, a tutti sconosciute, sono un crocevia di luoghi, tempi, culture, generazioni, usi e disusi.

Tali storie vengono riabilitate dall’associazione consapevole dell’artista, che pone gli oggetti sulla tela – ora Tableau – accostando forme, colori e simboli e dando vita a componimenti suggestivi da cui lo spettatore trae, in modo del tutto arbitrario, nuove accezioni, in una mise en abîme di significato.
Due serie distinte sono distribuite sui due piani dello spazio espositivo della sede di Mudima.
Al piano superiore “Was Bleibt”, da cui prende titolo la mostra, opere dal supporto verticale rivestito di asfalto, segnato da strisce bianche e verdi, a richiamare in modo diretto la strada su cui sono stati ritrovati gli oggetti, mentre al piano terra, la serie “BILDERLTOLLWUT” consiste in tableaux la cui preminenza è data dall’immagine:  le tele, sovrastate da vecchie fotografie, riproduzioni di opere e croste, fertili anch’esse di potenziale simbolico, ricordano un Atlante warburghiano, costituito però da scarti e vecchi cimeli.
Se dunque ai tempi dei fasti novorealisti la traccia del convivio era fissata e eternizzata sulla tela, con i suoi piatti sporchi, tazzine, posate, bicchieri, tranci di pane e sigarette, segnando il lascito di un atto preciso, ora, nel momento di produzione artistica maturissima, Spoerri amplia il concetto di traccia e di tempo dilatandoli enormemente, fino a farli sparire nelle non più rintracciabili origini delle cose.
Una chiave di lettura universale, del mondo, della società e delle sue dinamiche riflesse nella quotidianità. Una storia che ci ricorda che, al di là di ogni incasellamento teorico, il vero valore di un artista risiede nella capacità di saper guardare, costantemente, al proprio tempo.
Giulia Ronchi
mostra visitata il 6 ottobre
Dal 7 ottobre al 4 novembre 2016
Daniel Spoerri, Was Bleibt
Fondazione Mudima
Via Tadino 26, Milano
Orario: lunedì – venerdì 11.00 – 13.00/15.00 – 19.00
T. +39 02 29 40 96 33, info@mudima.net | www.mudima.net

Nata a Pesaro nel 1991, è laureanda nel corso di Visual Cultures e Pratiche Curatoriali presso l'Accademia di Brera. È residente a Milano dove vive e lavora come giornalista freelance per diverse testate di arte, concentrandosi sul panorama contemporaneo tramite news, recensioni e interviste su online e cartaceo. Oscilla tra utopia e inquietudine; ancora tanti sogni da realizzare.

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