Categorie: milano

fino al 4.XII.2004 | Catherine Opie – Children | Milano, Studio Guenzani

di - 16 Novembre 2004

Come sempre le immagini di Catherine Opie mostrano una realtà diversa dal consueto. E ancora una volta non sono i soggetti ad essere determinanti, ma il suo sguardo.
Personaggi della comunità gay-lesbica, architetture statunitensi, surfers, adolescenti: ogni cosa è ritratta con occhio allo stesso tempo rivelatore e apparentemente obbiettivo. Apparentemente, appunto. Formalmente discrete e impeccabili, le fotografie della Opie svelano con ammirevole sensibilità la personalità di chi è ritratto. Lo stesso si può dire anche per le immagini della serie Children.
Una ventina di bambini, tutti fotografati come l’antico ritratto in studio imponeva: sfondi monocromi, illuminazione uniforme, soggetto al centro dell’inquadratura, possibilmente seduto su una sedia o su uno sgabello, nient’altro. Ma è passato più di un secolo da quel determinato tipo di fotografia, e si sente. Innanzitutto i colori: forti, eccessivi, violenti a dispetto di quei bambini dal volto innocente, cui la tradizione ha sempre attribuito i colori pastello dell’azzurro e del rosa. Qui invece si parla di rosso, di verde, di giallo, di blu, di tonalità che collidono con l’aspetto delicato di questi ragazzi e soprattutto con la loro serietà.
Perché non sono i soliti ritratti asettici e sorridenti, ma sono ritratti di bambini veri con lo sguardo e la fantasia rivolti chissà dove. Bambini che pensano a tutto fuorché al fatto d’esser fotografati. La Opie è riuscita a coglierli nell’esatto momento in cui la loro personalità si rivela all’obbiettivo, senza mediazioni. Si crea così una sorta di empatia tra chi ha scattato l’immagine e chi osserva, un’implicita complicità nello scoprire, senza violare, l’anima dei ragazzi ritratti.
E c’è molta naturalezza nonostante si tratti –ovviamente- di fotografie in posa: ogni bambino sembra esser stato lasciato da solo nella stanza con i suoi vestiti e i suoi pensieri, in realtà c’era anche Catherine Opie, presenza discreta che partecipa, osserva, poi fotografa.
Unica pecca l’allestimento: i venti ritratti disposti lungo due pareti dello spazio rischiano l’effetto horror vacui e le luci al neon, certo, non aiutano. Niente da dire invece sulla prima immagine: un grande autoritratto della fotografa col suo bambino campeggia, unico, nella piccola stanza antistante. E parla da sé.

francesca mila nemni
mostra visitata il 27 ottobre 2004


Studio Guenzani
via Eustachi 10
20129 Milano
ph. ++39 02 29409251
fax ++39 02 29408080
email: luciana@studioguenzani.it


[exibart]

Articoli recenti

  • Mercato

Cinque oggetti di design straordinari passati all’asta nel 2025

Una selezione di lotti speciali e dei rispettivi prezzi di aggiudicazione, dal record milionario di François-Xavier Lalanne alle iconiche lampade…

30 Dicembre 2025 17:02
  • Teatro

Vita, scena, pubblico: i momenti più significativi del teatro 2025

Dal racconto dei maestri all’esperienza immersiva, fino al teatro come atto politico: il 2025 non ha smesso di interrogare la…

30 Dicembre 2025 17:00
  • Musica

Lady Macbeth alla Scala, ultima replica per l’opera che brucia per stupire

Ultima replica alla Scala per Lady Macbeth del distretto di Mcensk di Šostakovič: un capolavoro musicale potentissimo che, in questa…

30 Dicembre 2025 16:18
  • Arte contemporanea

Ancora problemi per la Biennale di Istanbul, che chiude in anticipo

La 18ma edizione della Biennale di Istanbul avrebbe dovuto svolgersi su tre anni ma ha chiuso dopo due mesi, a…

30 Dicembre 2025 15:23
  • Mostre

Per H. H. Lim, la realtà è un’esperienza fluida, da modellare in opera

Casa Morra, a Napoli, ospita una nuova personale di H. H. Lim: l’artista di origini malesi, da 50 anni in…

30 Dicembre 2025 12:30
  • Arte contemporanea

Da Burri a Cattelan: la GNAMC approda a Palazzo Valle e dialoga con il barocco di Catania

Un nucleo senza precedenti della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma approda a Palazzo Valle di Catania: 53…

30 Dicembre 2025 11:30