“Erede di
Bruno Munari nel suo rapporto ottimista con gli oggetti quotidiani”, Anfossi
mostra grande attenzione al “fare arte”
partendo dalla sperimentazione della tecnica. Del fare, proprio partendo dall’esigenza di manipolazione.
I lavori che
costruiscono un itinerario silenzioso e metaforico guardano quindi all’esperienza di Munari
del conoscere e scoprire le possibilità espressive di materie quotidiane
attraverso la luce, contaminando le immagini con cellophane da cucina, cotone,
plastiche, bruciature, smalto, inchiostro, cera che, sovrapposte, creano nello
spazio ristretto e portatile di un telaio per diapositiva figurazioni sorprendenti,
di forte impatto visivo, una sorta di percorso didattico di scoperta.
Quasi
tutti i lavori di Francesca Anfossi sono frutto di
immagini che partono da fotografie
scattate dall’artista, ricordi d’infanzia e di famiglia o pagine di libri
passate allo scanner e poi
ritagliate e montate insieme.
metaforico delle cose e degli eventi, l’aspetto ironico presente anche nelle
più severe e puntigliose progettazioni”, ricorda Gillo Dorfles.
In questo caso, l’opera d’arte che sottrae al flusso
del contingente un attimo perituro e nel contempo ne immortala la leggera
levità della decadenza diventa un gioco creativo, e una scommessa avvincente.
Si veda a tal proposito Ingenuity of Ingenuous Igneous Rocks,
un’installazione molto suggestiva dove alcune foto al microscopio di rocce
vulcaniche vengono proiettate in maniera incessante su una lastra di ottone a
forma di rilievo montuoso della città di Göreme, in Cappadocia. E intanto,
tutto intorno, si muove un sottofondo di cicale come in una notte d’estate.
Le atmosfere
rarefatte si ripetono costantemente tra Petrified
Paper emanando stranianti e mutevoli intenzioni. Come in un viaggio a
ritroso nell’inconscio informe delle cose e immediatamente in uno slancio
impulsivo in avanti, al dopo. Alla successione infinita di cose ed eventi che
non possono frenarsi. Una riflessione che si ripete in maniera quasi ossessiva
nella serie Petrified Paper (da 01 a
07) in cui le variabili di una medesima condizione si annullano e si
riconfermano sempre più instabili e sempre più immobili. Per poi, infine,
sublimare il gioco dell’esistenza in poetica intuizione con l’installazione Drip
or Drop?, in cui avviene il ribaltamento di una diapositiva proiettata su
un collage a parete.
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dal 30 settembre al 7 novembre 2010
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Cardi Black Box
Corso di Porta Nuova, 38 (zona
Moscova) – 20124 Milano
Orario: da martedì a sabato ore
10-19
Ingresso libero
Catalogo BoxNotes
Info: tel. +39 0245478189; fax
+39 0245478120; gallery@cardiblackbox.com; www.cardiblackbox.com
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