Lo scorso 17 gennaio il debutto di Miuccia Prada e Raf Simons nel menswear maschile ha fatto parlare. Dalla collaborazione tra AMO, studio di ricerca parallelo di Rem Koolhaas, e Prada è infatti nato l’ambiente astratto dove è andata in scena la sfilata.
Durante la fashion week maschile autunno inverno 2021/2022 di Milano, Miuccia Prada e Raf Simons hanno presentato la loro nuova collezione. Al posto delle sfilate pre COVID-19, decisamente più affolate e solitamente organizzate negli spazi di Fondazione Prada, siamo ora in un non-luogo. Dalle parole di Giulio Margheri, uno degli architetti di AMO, si evince infatti la volontà di «creare l’illusione di un luogo senza fine».
Non è la prima volta che lo studio AMO collabora con Prada. Nel corso degli anni hanno ideato molti spazi per le sfilate della casa di moda ma, questa volta, come nella Spring 2021 Ready-To-Wear, si è riflettuto molto sulle sensazioni provocate da questo momento storico. In questa occasione, in particolare, sono state progettate quattro stanze. Ogni stanza con forme, colori e varietà di materiali. La dimensione di non-luogo è stata caraterizzata perciò da muri e pavimenti in finta pelliccia, marmo, resina e cartongesso. L’idea del passaggio del tempo è al centro di questo concept: «Il progetto si è evoluto in una sequenza astratta di spazi in grado di riflettere i momenti più intimi del giorno e i loro tratti distintivi», spiegano da AMO. Lo spazio è anche stato ricostruito in 3d e si può esplorare da questo sito.
Nella sessione Q&A, avvenuta dopo la sfilata, Miuccia Prada ha sottolineato l’importanza dell’architettura nel corso di questa sfilata: «L’architettura ci ha aiutato a descrivere la sensazione di straniamento. Un luogo astratto dove non si è nè all’ interno nè all’esterno…di tattilità e di sensualità», ha spiegato la stilista milanese. La particolarità dei materiali, oltretutto, «aggiunge complessità allo spazio che, allo stesso tempo, rimane uno scenario astratto per il protagonista», ha aggiunto Margheri.
I materiali utilizzati sul set saranno infatti riciclati o riutilizzati in molti modi, per il riallestimento di pop-up store Prada, per future installazioni del brand in giro per il mondo e, in parte, donate a Meta, progetto di economia circolare con base a Milano, che si occuperà di immaginare nuove destinazioni d’uso. Meta collabora già con La Réserve des Arts, associazione che mette a disposizione di professionisti e studenti del settore culturale i residui delle materie prime e delle decorazioni impiegate per le sfilate.
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