Categorie: Moda

MM6 Maison Margiela e SETCHU: le collezioni più visionarie che abbiamo visto da Pitti Uomo

di - 19 Gennaio 2025

Il fashion month è ripartito da Pitti Uomo 107, che si è chiuso registrando quasi 13.300 compratori di cui circa 5.000 dai mercati esteri. L’edizione ha visto partecipare circa 20.000 visitatori: un segnale positivo, anche al di là dei numeri, che si è respirato tra i padiglioni dove era percepibile il clima di entusiasmo, nonostante il momento economico non facile. «Avevamo bisogno di una partenza così – commenta Raffaello Napoleone, amministratore delegato di Pitti Immagine – per uscire da un clima di attesa e di incertezza. La grande parte del merito va, inutile dirlo, agli espositori: primo perché hanno rinnovato la fiducia e l’investimento nel salone; secondo perché hanno portato collezioni di grande qualità produttiva, di ricerca stilistica e con tanti elementi di innovazione». Il tema di quest’anno che si declina nell’allestimento della Fortezza da Basso è stato FIRE, il fuoco, simbolo di energia, trasformazione e rinascita, che invade l’intera manifestazione, dalle installazioni al concept visivo. Una metafora che vuole evidenziare il potere generativo della moda, capace di distruggere e reinventarsi continuamente. E non a caso a Pitti Uomo si può davvero cogliere una visione completa del menswear, dal classico senza tempo alle rivisitazioni e sperimentazioni con il mondo tecnico, l’outdoor e la moda streetwear. Un calendario ricco di eventi speciali e progetti internazionali presentati in Fortezza e in città. Tra i diversi eventi hanno sicuramente coinvolto stampa e buyer i fashion show dei Guest Designer di questo Pitti Uomo: MM6 Maison Margiela al Tepidarium del Roster e SETCHU alla Biblioteca Nazionale Centrale.

MM6 Maison Margiela da Pitti Uomo 2025
MM6 Maison Margiela da Pitti Uomo 2025

Lo show di MM6 Maison Margiela al Tepidarium del Roster

Nella cornice del Tepidarium del Roster, gioiello in stile liberty immerso nel cuore del Giardino dell’Orticultura, MM6 Maison Margiela ha presentato la sua collezione uomo Autunno Inverno 2025 con una performance-sfilata. Un ritorno atteso per la maison, che ha saputo intrecciare con sapienza le sue radici concettuali a una narrazione contemporanea e audace. Dietro a questa seconda linea nata nel 1997 e che ha fatto il suo debutto in passerella nel 2012 durante la New York Fashion Week, per poi spostarsi a Londra e infine a Milano, è un collettivo anonimo di creativi. Seguendo la filosofia dello stesso fondatore nessun direttore creativo viene identificato, per dare spazio a un approccio collaborativo e rivoluzionario. Temi di questa collezione sono il genderless, il tocco punk e il nero, che diventa protagonista assoluto, declinato in un’ampia gamma di sfumature che spaziano dal bordeaux profondo al riflesso plastificato di texture gommate e nastrate.

MM6 Maison Margiela da Pitti Uomo 2025, backstage

Il risultato è una celebrazione della mascolinità che non teme di esplorare la sensualità, il glamour, e persino la sobrietà, in un gioco calibrato di opacità e lucentezze industriali. Un grande ritorno a Pitti Uomo, Maison Margiela era stato ospite a Firenze nel 2006 con uno show composto da look total white. Per questo nuovo progetto il brand ha sviluppato una collezione creata ad hoc che riflette l’attitudine, i concetti e i processi creativi di MM6. Una serie di capi progettati per enfatizzare l’identità delle persone che li indossano dove la cura dei dettagli, mai casuali, si sono imposti come codici distintivi: spalle a pagoda e stampe stellate, omaggio iconico a Miles Davis, convivono con colletti appuntiti, cinture di trench reinventate come accessori, e gioielli “trovati” che aggiungono un tocco punk. Faux fur dall’estetica “ladylike”, declinata al maschile, e il lurex “consumato” sfidano con eleganza le convenzioni di genere.

MM6 Maison Margiela da Pitti Uomo 2025
MM6 Maison Margiela da Pitti Uomo 2025

Il tailoring contemporaneo di Setchu alla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze

Il marchio fondato Satoshi Kuwata fonde perfettamente l’artigianalità del Made in Italy, il meglio del tailoring inglese e la cultura nipponica con un approccio slow fashion; il designer incarna i valori di Pitti Uomo: la ricerca e la qualità altissima dei materiali, le tecniche artigianali riviste con un’estetica contemporanea. Un concetto che parte dal nome stesso del brand, mutuato dall’espressione giapponese Wayo Setchu, usata per esprimere il compromesso tra la cultura nipponica e quella occidentale. Per la prima volta Setchu ha debuttato in passerella al Pitti Uomo 107 presentando la sua collezione con il suo primo fashion show all’interno della Biblioteca Nazionale di Firenze, un luogo evocativo con i suoi arredi originali per fermarsi a riflettere e approfondire, al di là dell’informazione digitale.

SETCHU da Pitti Uomo 2025, backstage

L’ispirazione per le sue collezioni parte dal concetto del “ridurre” per arrivare all’essenza attraverso l’uso di forme, pieghe e trasformazioni che sfidano le convenzioni del guardaroba maschile e femminile. La collezione è nata da un semplice quadrato di carta, una base che rappresenta la filosofia di Setchu: partire da un elemento semplice e tradurre questa forma in un linguaggio complesso e dinamico. Piegato più volte in differenti direzioni, il quadrato diventa il simbolo della transizione dalla bidimensionalità alla tridimensionalità. E così come il quadrato bianco anche gli abiti si trasformano e si adattano a più interpretazioni. Ad esempio, le giacche sahariane e i cappotti possono essere accorciati, le camicie e i blazer si allungano e si sviluppano in pannelli quadrati, e le code di un frac possono essere infilate all’interno, offrendo diverse possibilità di indossare ogni singolo capo.

SETCHU da Pitti Uomo 2025
SETCHU da Pitti Uomo 2025

Il designer si è formato presso gli atelier di Huntsman e Davies & Sons (la più antica sartoria di Savile Row) dimostrando la sua abilità nella modellistica cui si unisce l’ossessione giapponese per le plissettature. Proprio la fusione tra Oriente e Occidente è al centro della collezione, dove la sartorialità tradizionale occidentale si mescola con la funzionalità giapponese. Per questo show, lavorando instancabilmente visti i tempi stretti di produzione, il designer ha scelto di includere tre pezzi bespoke, realizzati da Davies & Sons. Un tight, un blazer doppiopetto blu con bottoni dorati e un frac, tutti reinterpretati con le pieghe origami tipiche di Setchu, sono stati presentati come simboli di questo incontro di mondi. Dopo lo show, la presentazione è proseguita con l’esposizione dei numerosi oggetti che compongono l’universo Setchu per un’ulteriore esperienza immersiva nel mondo del designer.

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