Categorie: Mostre

«Anche gli argonauti hanno una casa». Il Settecento di Casanova in una mostra a Palazzo Cini

di - 10 Ottobre 2025

«Anche gli argonauti hanno una casa» racconta Luca Massimo Barbero —direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte di Fondazione Giorgio Cini— dipingendo a parole, di fronte ai nostri occhi, la figura del viaggiatore per eccellenza: Giacomo Casanova. Anche il celebre veneziano, di cui ricorrono i trecento anni dalla nascita, ha infatti un porto sicuro a cui la sua immagine è legata: la Serenissima, in bilico tra fasti e crisi, che nel Settecento costituisce una vera eccezione nel panorama europeo.

È proprio attraverso la lente di Venezia che la Fondazione esplora la figura di Casanova nella mostra Casanova a Venezia, in corso alla Galleria di Palazzo Cini fino al 2 marzo 2026. L’esposizione raccoglie circa un centinaio di opere, tra capolavori della collezione Cini e prestiti internazionali, per ricostruire, tassello dopo tassello, il contesto storico e artistico in cui si svolgono le vicissitudini di Casanova.

Casanova e Venezia, Palazzo Cini 2025 – 2026, exhibition view.

Come sottolinea Barbero: «A fare da sfondo all’esposizione è in primo luogo la città marciana del giovane Casanova: fantasmagorica e pulsante di vita, cosmopolita per antonomasia e importante centro d’irradiazione culturale, a questa città in special modo si deve la nascita di una civiltà artistica tra le più elevate di ogni tempo. La Venezia capitale delle arti, del teatro e della musica è la città in cui Casanova diventa quella vertiginosa figura che la storia ci ha consegnato. Di quella Venezia, l’appassionato collezionista Vittorio Cini qui diviene il “narratore in filigrana” della trama messa in mostra».

Centrale nel percorso espositivo —fisicamente e a livello concettuale— è l’Album di caricature di Anton Maria Zanetti il Vecchio, in cui è ricostruito con ironia l’humus culturale e sociale di inizio secolo. Le trecentocinquanta caricature che affollano questi fogli fungono quasi da contrappunto ai dipinti che si affacciano dalle pareti: vi si possono riconoscere gli stessi protagonisti, in un teatro di sguardi e rimandi.

Casanova e Venezia, Palazzo Cini 2025 – 2026, exhibition view.

Numerosi sono poi i capolavori della collezioni Cini che raramente vengono esposti e ora presenti in mostra: preziose vedute del Canaletto, un albero genealogico di Francesco Guardi e il ciclo di tele con Cibele, Vulcano e Nettuno provenienti dal soffitto di Palazzo Zulian, capolavoro della maturità di Antonio Guardi. La selezione di questi lavori ruota intorno al tema del viaggio, tema centrale del Settecento veneziano, che si riscontra in ogni angolo dell’esposizione.

Casanova e Venezia non costituisce tuttavia un progetto isolato, ma si inserisce in un’ampia serie di iniziative, tra convegni, concerti e seminari. In particolare, dal 17 ottobre 2025 al 2 marzo 2026, un secondo capitolo dell’esposizione potrà essere visitato negli splendidi spazi della Fondazione sull’isola di San Giorgio Maggiore, per mettere in luce altri capolavori delle collezioni.

Spiega Gianfelice Rocca, Presidente della Fondazione: «Il percorso attivato per le celebrazioni ha permesso alla Fondazione di portare alla luce la grande e preziosa quantità di documenti e collezioni che custodisce. È un patrimonio che nasce prima di tutto dall’impegno incessante di Vittorio Cini collezionista, che è riuscito a riconoscere, rintracciare eriunire una mole straordinaria di dipinti e carteggi, disegni, arredi e archivi, facendosi guidare dai migliori storici dell’arte della sua epoca».

Bartolomeo Nazari, Ritratto di Farinelli, 1734, olio su tela, 141 x 117 cm. Londra, The Royal College of Music Museum, inv. PPHC000272.

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